Regionali Toscana, giunta: Giani rivendica autonomia. Otto assessori: i nomi ci sono già

Aperta la partita per la vice e per la guida del Consiglio. I criteri: rappresentatività dei partiti e dei territori

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Firenze, 23 settembre 2020 - È già al lavoro per la squadra di giunta. Eugenio Giani, neo presidente della Regione Toscana, festeggia ma riguarda gli appunti che ha scritto in questi giorni. Vuol far presto e bene. L’esperienza gli può essere amica. Nomi e frecce, qualche stella in più per uno o per l’altro. Vuol essere autonomo nelle scelte. Lo ha ribadito ieri mandando un messaggio alla segretario dem toscana Bonafè: "Non ho padrini, l’ho detto in modo molto costruttivo e con grande affetto per tutti". Fino a cercare di smarcarsi: "La guida della Toscana non è affidata a logiche di partito o tra i partiti, io devo essere il presidente dei toscani. È giusto che non mi si identifichi con nessuno. Ho dietro di me l’esperienza di un percorso fatto ragionando col mio cervello". Ma inevitabilemente Giani per formare la giunta deve tenere conto di due necessità: la rappresentatività dei partiti e delle liste che lo hanno sorretto e la rappresentatività territoriale. Lui più otto assessori (quattro donne e quattro donne di cui una anche vicepresidente).

Lui fiorentino, governatore-sindaco tra i sindaci, non potrà portare dentro un altro/a fiorentino/a. Le quasi certezze: i big delle preferenze del Pd partono in pole position. Eccoli. Leonardo Marras (Grosseto, Pd) già capogruppo dem in consiglio regionale. Potrebbe avere un assessorato di peso. Forse non basta l’Agricoltura, potrebbe essere il nuovo assessore alla Sanità e welfare (ma in corsa ci potrebbe essere anche un tecnico come il direttore Asl Toscana Centro Morello) . C’è poi Alessandra Nardini (seconda per preferenze nel Pd, Pisa): era candidata a fare la vicepresidente come aveva scritto La Nazione e quel posto potrebbe essere il suo più altra delega.

Ad Arezzo Vincenzo Ceccarelli, assessore uscente a Infrastrutture, Urbanistica e Casa, ha fatto il pienone. Potrebbe essere confermato proprio su quella poltrona per dare continuità a temi delicati quali il Tpl e i piani urbanistici intercomunali. Poi c’è Monia Monni, eletta nel collegio della Piana fiorentina. E’ la donna giusta per l’Ambiente? A Giani piace molto il senese dem Simone Bezzini, anche lui nell’olimpo delle preferenze (13.999). Lo ha ripetuto nelle ultime ore. La novità del voto è stato Iacopo Melio (capolista a Firenze città, Pd, oltre 11mila voti). Farà “solo“ il consigliere regionale? O per lui ci sarà un compito speciale o entrerà in giunta?  

La questione vicepresidente resta aperta: oltre a Nardini appunto in corsa c’è Serena Spinelli (Sinistra civica ecologista). Potrebbe spuntare anche Ilaria Bugetti (vittoriosa a Prato, Pd). Se entrasse in giunta libererebbe un posto per Nicola Ciolini, sostenuto dal sindaco Biffoni. E gli altri? Paolo Bambagioni (Orgoglio toscano), già consigliere regionale dem potrebbe avere un ruolo di ’consigliere politico’. Per Italia Viva è in pole Stefano Scaramelli.

Aperta la partita per il presidente del Consiglio regionale dove potrebbero ’sfidarsi’ Stefania Saccardi (Italia Viva), e il pisano Antonio Mazzeo (Pd). Ma spunta anche l'aretina De Robertis (Pd) che nella passata legislatura ha fatto la vicepresidente con Marco Stella (Fi) dell'assemblea regionale