Firenze, 27 settembre 2022 - "Non si può fare finta di niente: il sorpasso del centrodestra sul centrosinistra in Toscana è un fatto storico mai accaduto. E’ senza dubbio il dato più importante uscito dalle politiche del 2022". Alessandro Chiaramonte, docente di Scienza della politica al Cesare Alfieri di Firenze utilizza una vecchia battuta di Denis Verdini per descrivere in sintesi l’esito delle politiche nella regione ormai molto ex rossa. "Una volta si diceva nel centrodestra che era necessario detoscanizzare l’Italia. Beh è andata proprio così. E’ stata detoscanizzata ... anche la Toscana".
Professore i segni però c’erano già tutti, o no?
"C’erano i precedenti delle Europee del 2019 quando la Lega aveva raggiunto percentuali volate al 30%. Però in quel caso la riflessione era stata che alle Europee il voto è tradizionalmente molto più libero rispetto alle amministrative e alle politiche. Ma sì è palese che il centrosinistra non avesse più la forza di un tempo in toscana".
Quali sono stati i passaggi più importanti?
"La nascita del Movimento 5 stelle che all’inizio pescava in ugual misura nei due schieramenti. Poi nel 2018 invece ha cominciato a erodere nel centronord l’elettorato del centrosinistra. Anche in Toscana".
Un’erosione che però viene anche da più lontano.
"I partiti della sinistra non trovano più il modo di collegarsi a quello che era il loro elettorato di riferimento e questo accade da quando non esiste più il Pci sia per il tradizionale e consolidato bacino di elettori in ambito sociale, ma anche per quello economico".
Si è interrotta la catena di trasmissione dell’appartenenza che aveva retto per generazioni?
"Esatto, caduto il senso di appartenenza, il voto è libero da ideologie. E questo elettorato tradizionale si è ricollocato in posizioni anti potere".
Esiste una svolta generazionale?
"Anche, perchè i più giovani non hanno vissuto l’esperienza politica di appartenenza a una coomunità. Oggi sono una somma di solitudini, ogni fedeltà e sparita: un clima favorevole al voto al centrodestra".
Anche per l’astensionismo ormai la Toscana non fa più la differenza.
"Un tempo la partecipazione al voto era una cosa sacra, a dimostrazione della vicinanza sentita nei confronti delle istituzioni e del senso di appartenenza alle forze politiche dalle quali ci si sentiva rappresentati".
Anche l’astensionismo ha cambiato pelle?
"Oggi viviamo un’era di astenzionismo asimmetrico, non è più come una volta quando i simpatizzanti del Pci andavano tutti a votare, metre la Dc doveva attrezzarsi... La tendenza dei delusi da chi aveva governato ad astenersi era stata finora arginata dalla Lega e dai 5 Stelle. Ma ora che anche loro venivano dall’aver governato è caduta anche quella".