Toscana, verso il voto: scoppia la lite sulla nuova scheda elettorale

I nomi del candidato presidente ritornano più visibili e centrodestra e M5S attaccano

Elezioni regionali (Newpress)

Elezioni regionali (Newpress)

Firenze, 24 giugno 2020 - Il centrodestra parla di 'colpo di mano' del centrosinistra con la regia del Pd in barba agli orientamenti politici nazionali. Il Movimento 5Stelle rincara: "Una porcata".  I dem rimandano al mittente le accuse sottolineando che i benefici saranno equamente divisi. Di fatto la scheda elettorale che i toscani si troveranno nei seggi il 20 settembre sarà diversa da quella di cinque anni fa. Lo ha deciso il Consiglio regionale. A favore il centrosinistra (il solo consigliere Paolo Bambagioni si è  astenuto e non ha votato per opportunità Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale e candidato del centrosinistra). Centrodestra infuriato che, anche con il Movimento 5Stelle, ha abbandonato l'aula. Ridotta anche la quota di firme per presentare le nuove liste, circa 300 per collegio. 

La posizione del Pd

Spiega il capogruppo regionale toscano dem Leonardo Marras: "Era una  questione aperta dall'approvazione della legge elettorale. Nessun clamore dunque, una modifica imparziale, grafica e innocua. Non abbiamo ancora capito quale è stata la motivazione per opporsi del centrodestra. Con la nuova scheda l’area del candidato presidente è più visibile ma lo è per tutti i candidati". Rincara la vicecapogruppo toscana  Pd Monia Monni: "Nessun colpo di mano. Abbiamo fatto solo un mero adeguamento grafico. Come nella scheda per l’elezione dei sindaci, abbiamo reso più visibile il nome del candidato Presidente, quindi capisco il pudore del centrodestra". 

Il centrodestra infuriato

Guida la rivolta il capogruppo di Fratelli d'Italia Paolo Marcheschi: "Non finisce qui. Mi sono rivolto ai Collegio di garanzia. I nostri leader nazionali si stanno muovendo già. Il Pd e il centrosinistra hanno usato la legge di ' manutenzione' per il 'colpo di mano'. Noi siamo svantaggiati perché i nostri partiti sono in crescita e loro li vogliono nascondere, i nostri leader verranno in Toscana e i loro no, tutti siamo in campo per dare ancora più forza a Susanna Ceccardi, che ha la sua già formata visibilità. Il centrosinistra è  in crisi e punta tutto sul nome di Giani più che sulle tante liste". 

M 5Stelle: "Una porcata"

“La nuova scheda è una porcata, che lede i diritti degli elettori - attacca Irene Galletti, consigliera regionale 5Stelle e candidata presidente alle prossime elezioni - Fino a prova contraria a settembre si sceglierà il candidato presidente, non la persona con più liste al seguito. Invece la scheda non valorizza i governatori ma le armate brancaleone. Un colpo di mano fatto in fretta e furia, nonostante lo slittamento di 4 mesi del voto, senza neanche presentare una scheda di legittimità costituzionale. Per questo stiamo valutando se e come fare ricorso contro questa porcata. Una volta di più - conclude - il Pd toscano mostra la sua vera natura. Un partito arrogante.”

L'analisi tecnica

"La modifica della scheda elettorale riesuma - spiegano gli analisti di Political data, agenzia fiorentina specializzata in studi politici -  il modello in vigore tra il 1995 e il 2010: con l’emendamento del Pd approvato dalla commissione Affari istituzionali e dell’assemblea regionale  il nome del candidato presidente riacquisterà così la visibilità persa nel 2014, a seguito dell’entrata in vigore della legge elettorale regionale". 

Una modifica, quella del 2014, "introdotta per diminuire i voti espressi in favore del solo candidato presidente a danno delle liste". Un sistema che, dopo aver dato prova di funzionare nelle elezioni comunali, si era dimostrato utile allo scopo pure per le regionali: "nel 2015 i voti andati ai soli candidati presidente furono infatti solo il 3% del totale – dato uniforme per tutti i maggiori schieramenti – contro il 14% del 2010, 41.136 contro 247.978".

"A spingere per quella modifica era stato il centrodestra che nel 2010 aveva “pagato” più di altri la possibilità di esprimere il voto al solo candidato presidente: chi aveva scelto il centrodestra infatti, in 16 casi su 100 non aveva votato nessun partito della coalizione; dato che scendeva al 12% per la coalizione di centrosinistra. Considerato che la ripartizione dei seggi in Consiglio non tiene conto dei voti andati al solo candidato presidente, lo sbilanciamento era evidente - spiega Political data -

A farsi promotore del ritorno al passato è oggi il Partito democratico che probabilmente fa molto affidamento sulla notorietà del proprio candidato presidente e scommette su una supposta debolezza dei candidati avversi, studiando una scheda che – concedendo molto più spazio ai candidati governatori – potrebbe anche agevolare l’espressione del voto disgiunto".