Toscana, resa dei conti nella destra. Contro Giani serve un nome forte

Il politologo Chiaramonte: "Salvini ha sbagliato ad alzare la posta in gioco, a maggio non sarà così". Centrosinistra alle prese col dilemma civismo e la possibile lista del governatore. Sardine già ’corteggiate’

Alessandro Chiaramonte

Alessandro Chiaramonte

Firenze, 28 gennaio 2020 - "Non so se in Toscana sarà meglio o no un candidato moderato per il centrodestra, certo è che ci vorrà un candidato più credibile della Borgonzoni. Un candidato che sia forte e capace, un amministratore che si potrà trovare anche tra i sindaci o nelle società civile, ma che sia più competitivo che in Emilia". Alessandro Chiaramonte, professore all’Università di Firenze di Scienza politica e Sistema politico italiano e di Elezioni, partiti e opinione pubblica, battezza la tornata elettorale di domenica come "un voto all’antica", vintage, "anni sessanta e settanta" dove "l’appartenenza di classe si è riflettuta nel voto" anche grazie allo sgonfiamento del fenomeno 5 Stelle con una "mobilitazione tornata fondamentale" come ai vecchi tempi del Pci.

In Toscana, a maggio prossimo sarà così? "Difficile dirlo adesso perché le variabili sono numerose". Eccole: bisognerà vedere se la mobilitazione popolare sarà la stessa, cosa faranno le sardine, non c’è un candidato uscente che si ricandida come Bonaccini e va testato Giani in tutta la regione, non si sa ancora cosa voglia fare il centrodestra. E soprattutto la partita toscana "non sarà un evento straordinario come Salvini ha voluto identificare il voto di domenica nazionalizzandolo" proprio perché la Toscana sarà una delle sei regioni alle urne (con Veneto, Liguria, Marche, Puglia, Campania).

Salvini ancora uomo solo al comando della campagna elettorale anche in Toscana? Difficile immaginarlo anche perché, sottolinea il prof, "l’eccesso di posta in gioco che ha messo il capo leghista ha creato una contromobilitazione". E in tutto ciò hanno giocato un ruolo determinante sia le ’sardine’ e le liste civiche a supporto del governatore del centrosinistra. Questi elementi entreranno in gioco anche nella sfida toscana? "La partecipazione va sempre elogiata - continua Chiaramonte - non so quanto l’onda lunga delle sardine possa arrivare fino a maggio-giugno perché i movimenti spontanei hanno una parabola".

E il civismo? "Ormai è una componente delle elezioni amministrative, utile per attrarre chi non si riconosce in un partito. In Emilia comunque il Pd ha avuto un risultato di tutto rispetto anche con le liste civiche in coalizione". E proprio sulla composizione concreta del centrosinistra (sulla scheda) grazie alle aggregazioni politiche (Pd, Italia Viva e ben altre 16 liste) ci sono i primi nodi. Eugenio Giani continua a ripetere che "non c’è bisogno di una mia lista" tanto è variegato lo schieramento e che i raggruppamenti possono mettere la scritta "per Giani presidente".

Ma c’è chi tra i suoi che lo consiglia diversamente. Intanto sono nati i "forum Giani". Poi c’è Italia Viva, la prima volta in campo con il simbolo a una competizione elettorale dalla sua nascita alla Leopolda. Il Movimento 5 Stelle è nel limbo anche in Toscana: rinascere e rilanciarsi o percentuali minime? A braccetto col Pd? Non se parla.

Il centrodestra è alla resa dei conti. Forza Italia dall’incerto destino, bifronte tra Emilia e Calabria; Fratelli d’Italia in ascesa, Lega versione "calma e gesso". E allora? "Ci riuniamo e parliamo con tranquillità" sottolinea Daniele Belotti, coordinatore regionale della Lega. "Nomi nuovi come candidati? Lo escludo". Susanna Ceccardi suona la carica: "Non si molla di un millimetro". Consiglio federale venerdì. All’ordine del giorno c’è la Toscana.

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