Ceccardi, ex Pci. "Tanti di sinistra ci voteranno"

Parla la candidata del centrodestra Susanna Ceccardi

Susanna Ceccardi

Susanna Ceccardi

Firenze, 30 giugno 2020 - «Dal Pd tanti voti confluiranno nel centrodestra", parola di Susanna Ceccardi. Lei conosce bene non solo la Lega, ma anche il mondo già comunista perché la sua famiglia ha forti radici partigiane e nella sinistra. Lo ha ricordato anche ieri durante l’intervista a ’Primo Piano’ su Rtv 38 parlando della sua campagna elettorale regionale quale candidata del centrodestra. Ceccardi cosa le è rimasto degli insegnamenti dei suoi parenti partigiani? "Francesco Ceccardi era il fratello di mio nonno, ucciso sulla linea gotica nell’inverno del ‘44 ed è un ricordo che tutta la mia famiglia si porta dentro. Mio padre ha fatto battaglie con l’Anpi per intitolargli una strada. L’altro mio nonno fondò un circolo Arci. E’ storia comune a tanti toscani, ma oggi siamo nel 2020. Io posso dare un giudizio storico. Probabimente nel 1944 sarei stata antifascista anch’io. Ma è troppo facile a posteriori. Oggi, che la battaglia è un’altra, i pericoli non sono il fascismo e il comunismo. Io credo che il tema sia tutt’altro: il futuro, il lavoro. Io mi ritengo post-ideologica. Quelle sono battaglie di retroguardia". Ripete spesso che tanti da sinistra la seguiranno. Perché? "Noi ci rivolgiamo a un elettorato di centrodestra con cui governiamo sei capoluoghi e tanti Comuni. Però credo che la nostra proposta politica non debba rivolgersi solo alla Lega o al centrodestra classico, ma anche a un elettorato di sinistra, ex comunista, che ci ha dato fiducia, nei quartieri popolari. I temi sociali sono da riportare al centro della scena". Si profila un autunno caldo. "Si profila una valanga di disoccupati in Toscana. I temi sociali tornano in cima all’agenda: le case popolari, il lavoro, il rilancio dell’industria e le imprese. Temi che il Pd e Renzi hanno dimenticato". Bisogna incidere di più sulla vita delle famiglie e delle imprese. Come, oltre alla valanga di bonus governativi? "Quando vediamo altre Regioni anche guidate dal centrosinistra che spendono 60-70 milioni per la ripartenza, e la Toscana dà una mancetta di 500mila euro alle imprese significa che c’è una scarsa attenzione e forse una vera incapacità nell’interpretare quali sono i problemi". Questione immigrazione. Lei è favorevole a un centro per l’identificazione ed espulsione, il Cie. "In Toscana servirà assolutamente un Cie, che Rossi non ha mai voluto fare, per espellere gli immigrati che delinquono. Sono stata a Santa Croce sull’Arno, che ha il 30% di immigrati sul territorio, ma sono immigrati che lavorano. La Lega non è contro l’immigrazione tout court: porte aperte a collaborare con questo tipo di integrazione. L’idea del Pd invece è fare assistenzialismo con l’immigrazione, soprattutto con le coop rosse".