Bonafè: «Chi vota 5 Stelle fa vincere la Lega. Difendiamo la sanità pubblica»

La segretaria regionale Pd: «Con Ceccardi un termovalorizzatore per provincia e stop all’Europa»

Simona Bonafè

Simona Bonafè

Firenze, 10 settembre 2020 - Si gioca tutto anche lei, la segretaria toscana del Pd, l’europarlamentare Simona Bonafè, nelle prossime elezioni regionali. Ha puntato su Eugenio Giani, ha cercato di tenere coesa la coalizione, ha lanciato Jacopo Melio capolista a Firenze. 

Segretaria, paradossalmente la stategia della paura può diventare utilissima. Una chiamata alle armi con quello che definite il pericolo sovranismo territoriale dei barbari.

"Nessuna paura, perché noi siamo convinti che Eugenio alla fine vincerà . È più preparato e competente . E le sue proposte sono quelle che servono alla Toscana. In queste elezioni abbiamo davanti due proposte antitetiche di Toscana. E noi non vogliamo che questa regione passi nelle mani di chi vuole privatizzare la sanità, costruire un termovalorizzatore per provincia, di chi strizza l’occhio agli antieuropeisti e alza lo scontro con Firenze".

Dieci giorni tutti d'un fiato. Tutti compatti verso il risultato finale? 

"Compatti e  determinati".

Vi guardate intorno e cercate sinergie elettorali dell'ultim'ora oltre le sei liste che compongono la coalizione del centrosinistra. Non è segno che avete sbagliato qualcosa? 

"Io guardo al partito democratico che è in campo in tutti i territori, nelle strade e nelle piazze con i suoi 750 segretari di circolo. Da oggi al 13 faremo una mobilitazione straordinaria in 500 gazebo per presentare le nostre idee: asili nido gratis, diritto alla casa, detassazione del lavoro e contributi alle imprese, infrastrutture, economia circolare". 

 Voto utile, voto disgiunto. Chi ve lo può  dare? I Cinque stelle con cui avete litigato in Toscana fino all'altro giorno o la Sinistra di Fattori che vuol portare Giani al ballottaggio? 

"Non scherziamo, il ballottaggio non ci sarà perché i due candidati principali superano la soglia limite del 40 per cento prevista dalla legge elettorale. Chi dice il contrario, mente agli elettori. Vince chi prende un voto in più. Lunedì sera il presidente della Regione sarà Giani o Ceccardi. Punto. Deve essere chiaro che ogni voto dato a Fattori o ai cinque stelle serve a far vincere la Lega". 

Che effetto le fa vedere di nuovo il simbolo del Pci in corsa? 

"Chi oggi corre sotto quel simbolo si riconosce nei valori antifascisti che stanno nel dna di questa regione martoriata dalle stragi che ricordiamo ogni anno. Ma votare quel simbolo significa disperdere un voto e lasciare la Toscana a chi considera fascismo e antifascismo sullo stesso piano".

Non avete guardato troppo al centro e meno alla sinistra come suggerisce il governatore Rossi? Dovete tornare a dire qualcosa di sinistra davvero... non crede? 

"Abbiamo guardato alle nostre idee: sostenibilità, solidarietà, sostegno al lavoro e potenziamento della sanità pubblica. Alla gente interessa avere la certezza che, se in autunno torna un’impennata dei contagi, non si debba decidere chi curare e chi lasciare indietro, come è successo nella Lombardia leghista. C’è bisogno dell’affidabilità e della competenza amministrativa di Eugenio Giani, non dell’avventurismo della Ceccardi che ha talmente a cuore questa regione che ha già detto che se perde, non starà in consiglio regionale ma tornerà al parlamento europeo dove non ha ancora preso in mano un dossier".

A proposito di Rossi. Il Pd lo ha messo in panchina in questa campagna elettorale. Come mai? 

"Ma quale panchina! Rossi è in campo, come tutti noi. E siamo orgogliosi del suo contributo. Qui c’è una squadra, non un “capitano” e basta". 

C'è un sistema di potere in Toscana come dice il centrodestra?

"Il centrodestra non sa più che pesci pigliare. Siamo la regione che ha il più alto rapporto fra abitanti e volontari nelle varie associazioni, le nostre aziende, grazie al coraggio degli imprenditori e alla capacità dei lavoratori, stanno ogni giorno a competere sui mercati mondiali. I nostri artigiani sono contesi dalle principali case di moda del mondo. I nostri agricoltori hanno modellato colline e campagne realizzando un sistema di qualità che è diventato modello mondiale. E tutto questo non è frutto del caso, o figlio della bellezza artistica e naturale. La Toscana è una delle realtà più avanzate d'Europa perché i toscani sono sempre stati aperti, solidali e liberi. Non credo quindi che abbiano voglia di farsi imprigionare da chi sogna una Toscana isolata, egoista e chiusa".

Se le dico Biffoni, Fallani e Nardella. Lei che mi dice? Tutti hanno espresso critiche al Pd tanto che il suo vice Fabiani è dovuto intervenire dicendo 'pensino alle elezioni'.

"Il valore aggiunto del Pd Toscana sta nella credibilità e affidabilità dei propri amministratori locali e dei propri sindaci. Sono tutti impegnati a dare mano. Dall’altra parte vedo carrieristi di professione. La Ceccardi ne è un esempio: dopo aver fatto per soli tre anni il sindaco, molla lo scorso anno il comune di cascina per il parlamento ed oggi è di nuovo in sella per la presidenza della regione. Salvo lo spray al peperoncino, non mi pare che a Cascina abbia lasciato un gran segno". 

 Teme variabili sociali  dell'ultim'ora sul voto tipo la ripartenza della scuola, i dati Covid, la partecipazione alle urne dei più anziani?

"Dalla ripartenza della scuola dipende la credibilità del Paese e la vita di milioni di famiglie, non la vittoria del Pd. Sulla partecipazione i più anziani devono essere rassicurati: le istituzioni sono impegnate perchè il voto nei seggi si svolga nella massima sicurezza".

Referedum. Vota sì convinta. O strizza l'occhio ai 5stelle? 

"Senta, sono molto combattuta perché da sempre ritengo necessario rendere il parlamento italiano più efficiente, ma trovo valide anche le ragioni del no". 

Cosa ha in agenda il 22 settembre ? 

"Un biglietto di sola andata per Bruxelles, dove in parlamento ci aspetta il lavoro per avere presto i soldi del recovery fund, che se fosse stato per la Ceccardi, che non ha di certo votato a favore, non sarebbero mai arrivati all’Italia. Oggi dispensa lezioni su come spendere quelle risorse. Poi a Bruxelles siede nel gruppo di chi vuole uscire dall’Europa".