PISTOIA
Sergio Iorio prende nuovamente carta e penna e scrive un’altra lettera aperta alla città con un lungo messaggio in cui chiede di stare uniti, ma nel quale, in modo anche poco velato, non risparmia un paio di stoccate all’imprenditoria locale e ad una piazza ancora frammentata da quanto avvenuto negli scorsi mesi. Il presidente arancione, attraverso una lunga lettera pubblicata sul sito del club, tornato attivo e visitabile dopo settimane di attesa, ha deciso di esternare – senza contraddittorio alcuno – il suo pensiero, parlando dei primi mesi vissuti alla guida del club arancione, raccontando anche i motivi che lo hanno portato ad assumersi una responsabilità così importante.
"Anche se lo avevo ’promesso da bambino’ - si legge - è sempre e solo stato un sogno. Mai avrei pensato che la Pistoiese per sopravvivere avesse bisogno di me. Gli sciagurati eventi degli ultimi anni, unitamente alla mancanza, oggi, di un’alternativa locale, mi hanno forzato a prendere la decisione di mantenere la questa ’promessa’, esponendomi in prima persona per non permettere che la Pistoiese sparisse ma, al contrario, che con me o senza di me potesse avere un futuro radioso e gioioso". Non è la prima volta che Iorio sottolinea apertamente l’assenza di alternative, soprattutto all’interno dell’imprenditoria locale, assenza che di fatto lo avrebbe "costretto", se così si può dire, a prendere l’iniziativa a titolo personale.
Divisivo è anche il tema legato alla tifoseria. Una parte di essa ha risposto presente, accogliendo l’appello di Iorio e della nuova proprietà di stare vicini alla squadra. C’è però chi ancora è diffidente verso la nuova realtà calcistica cittadina, soprattutto per le modalità, che non tutti riescono a ignorare e che in moltissimi conoscono anche nelle sfumature, con cui si è arrivati alla nascita della Pistoiese Fc. "Il 4 giugno ho presentato un progetto – prosegue Iorio – percependo il calore dei tifosi fisicamente presenti quel giorno a testimoniare che, anche senza imprenditori pistoiesi al mio fianco, non sono solo ed esiste un gruppo di tifosi che ha dimostrato immediato entusiasmo per il progetto. Dopo il 4 giugno ho cominciato a comprendere meglio l’ambiente della Pistoiese calcistica di oggi, sperando che questa non sia rappresentata dai social – attacca –, dai quali cerco di stare lontano. Sicuramente noto ancora molta diffidenza, se non addirittura una minoranza di contrari al progetto: è qualcosa su cui riflettere e a cui dare il giusto peso nel tempo". Iorio è un manager esperto e sa bene che comprendere i motivi di tanta diffidenza è fondamentale per trovare alleanze. Perché una cosa è la passione dei tifosi, un’altra sono le scelte degli sponsor.
Il tema del tifo riguarda da vicino anche la campagna abbonamenti, il cui andamento non è stato reso noto dalla società: ma forse non è un caso che questa sia stata prolungata fino al 31 agosto, a discapito dell’iniziale chiusura della prima fase che sarebbe dovuta essere il 19 agosto, concedendo quindi altro tempo a coloro che vorranno sostenere gli arancioni fin dall’inizio. "Sono fiero ed orgoglioso delle persone che hanno accettato questa sfida – ha quindi concluso il presidente – perché convinti, non solo della bontà del progetto, ma del futuro sostegno e coinvolgimento della città di Pistoia e del supporto di tutti i tifosi". I segnali sono chiari: per vincere serve l’aiuto da parte di tutte le componenti. Perché ripartire completamente da zero è sempre una difficoltà in più e c’è anche il valore delle avversarie che non renderanno la vita facile alla Pistoiese. Alla fine, come sempre e per fortuna, sarà il campo ad emettere l’ultimo verdetto.
Michele Flori
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