
Pistoiese ancora nel caos. Sfogo social di De Simone
Giorni caotici in casa Pistoiese. Dopo un avvio di stagione zoppicante, il doppio-cambio di allenatore e la "cacciata" del direttore sportivo Gianni Rosati, adesso c’è una squadra che da tre giorni non si allena. Sintomo evidente di qualcosa che non va all’interno del club ("I giocatori non riscuotono", ipse dixit Rosati). Le voci in merito si rincorrono e mercoledì sera, a sparigliare le carte, è arrivato Maurizio De Simone, con un lungo video-monologo diffuso via social. Il "patron" della Pistoiese, o per essere più precisi il garantebeneficiario del trust Orange che la controlla, ha parlato per un quarto d’ora, senza tuttavia smentire ritardi e problemi economici, né spiegare perché il gruppo finora non si sia allenato in questa tormentata settimana. De Simone ha semplicemente definito la situazione del club "in stallo", parlando di "eredità pesante di una gestione tecnica disastrosa", scelte sbagliate e errori.
Ma gli aspetti più interessanti sono emersi nei minuti successivi: "A Pistoia non mi ha portato nessuno, se non esclusivamente Lehmann nel 2022 – rivela –, quando mi ha coinvolto in questo progetto e quando mi ha chiesto personalmente di proseguire da solo, trovando le soluzioni che lo scorso aprile scarseggiavano perché c’era una situazione con la vecchia Holding catastrofica, a cui non mi sono sottratto perché un po’ questa squadra mi è entrata nel cuore e un po’ quello che faccio nel calcio mi appassiona ancora, nonostante tutto e nonostante tutti i personaggi". E ancora: "Il dottor Rosati, se è venuto a Pistoia è perché lo ha voluto il sottoscritto, come lo volle a Trapani – ricorda –. Detto ciò, chioso sul fatto che abbia potuto fare da garante su qualcosa (il riferimento è alle dichiarazioni di Rosati in merito ai rapporti del nuovo corso societario con il main sponsor, ndr): la garanzia di me stesso sono sempre stato io". Una ricostruzione storica che ’cozza’ con la narrativa portata avanti finora, facendo emergere come in realtà lo stesso De Simone sarebbe stato al centro del progetto fin dall’inizio della nuova gestione societaria post Ferrari, insieme a Stefan Lehmann e Alessandro Gammieri. Altro che dipendente amministrativo (licenziato, o almeno così fu dichiarato) di un’azienda di servizi esterna.
Adesso Lehmann e Gammieri ufficialmente non ci sono più (quest’ultimo ha lasciato anche il ruolo di amministratore della Holding Us Pistoiese 1921, mentre il padre Antonio, coinvolto al pari di De Simone nella già nota inchiesta della procura di Avellino emersa lo scorso dicembre, è tuttora presente nell’organigramma societario in qualità di commercialista): resta solo De Simone, appunto. "La Pistoiese c’è e ci sarà anche in futuro – assicura –. Il club viene prima di tutto, chi non se la sente può andarsene". E quanto ai pagamenti che spettano a calciatori, tecnici e dipendenti? "Rispetteremo gli adempimenti nei termini prestabiliti dagli organi federali". Ergo, pagheremo entro il 31 maggio. "Abbiate fiducia in questa società", conclude De Simone. L’impressione è che vedremo presto chi lo farà e chi no.
Alessandro Benigni