
L’ex bomber e coach: "Ron non era in grado di gestire un sodalizio sportivo". Sulla società americana: "Non sanno come funziona l’Italia cestisticamente". Le mosse per la ricostruzione: "Dare fiducia a chi conosce l’ambiente pistoiese".
Vincenzo Esposito e il basket hanno ormai preso strade diverse tanto da non essere più il grande amore di una vita. ’El Diablo’ però non dimentica i momenti passati sul parquet soprattutto dove è stato bene e Pistoia è uno di questi posti. Dal suo buen retiro alle Canarie ha seguito un po’ le vicende del Pistoia Basket 200.
Esposito che idea si è fatto su quanto è accaduto a Pistoia?
"La gestione di Rowan più che una scelta infelice è stata una scelta rischiosa, ma adesso sembra essere un po’ la moda che sta imperversando in Italia di prendere allenatori e dirigenti stranieri soprattutto gente che non è mai stata in Italia in campionati importanti. Una moda che va in controtendenza in tutta Europa e non vedo da dove sia arrivato questo desiderio di portare allenatori e dirigenti americani che non sanno come funziona l’Italia cestisticamente che è un paese abbastanza complicato.
I problemi di gestione soprattutto in società sono stati notevoli.
"Hanno problemi allenatore europei immaginiamoci un americano che vive in un mondo tutto diverso e quindi è stata una scelta rischiosa confermata da una gestione che americana o non americana quando entrano persone che vogliono fare i padri padroni il giocattolo non dura mai tanto. Innanzitutto perché la pallacanestro è uno sport di squadra e poi perché i padri padroni non funzionano in nulla, nello sport, nella famiglia, nella politica e alla fine si pagano alle conseguenze".
Da bandiera pistoiese che sensazioni ha vissuto vedendo il crollo vissuto nell’ultima stagione?
"Da fuori il risultato finale e ciò che è successo durante la stagione parla chiaramente sulla scelta infelice che è stata fatta, una gestione disastrosa e da ex pistoiese e non perché ci ho giocato e allenato, ma perché ho vissuto la città, la curva, il basket, Rowan non era un personaggio per poter gestire una società come il Pistoia Basket".
In che modo Pistoia deve ripartire?
"Quando accadono questi fatti io ho il mio modo di vedere e di pensare e una volta che arriva una retrocessione o un’annata disastrosa bisogna avere il coraggio e la forza di compiere un repulisti generale e ripartire da zero ma alla fine ad oggi ci sono tante persone che c’erano anche con la gestione Rowan. La mia idea è ripartire con le poche persone buone, di fiducia, che conoscono Pistoia e l’ambiente del Pistoia Basket. Le attuali persone già che siano americani non so quanto possono capire o sapere come funzionano le cose, magari possono capire di business però Pistoia è Pistoia, l’Italia è l’Italia e il basket europeo è questo per cui non la vedo una situazione semplice, chiara e limpida. Questa è la mia sensazione vivendo lontano".
Ha cambiato completamente vita, non le manca il basket?
"Con il basket ho chiuso completamente, vivo alle Canarie dove ho tanti amici, sono residente qui e con l’Italia è un discorso chiuso. Do una mano a una società che allena dei bambini di 14-15 anni in provincia di Las Palmas a Tende, un paesino in cui trascorro molto tempo per la mia nuova passione ormai da due anni che è quella del bodyboard. La maggior parte della mia giornata la dedico a prendere le onde, oltre a praticare un po’ di pugilato. Ho scollegato completamente e vengo in Italia una volta l’anno per trovare i miei genitori. Ho avuto delle offerte in Serie B e A2 ma le ho rifiutate immediatamente perché non mi interessa il basket soprattutto per come è gestito in Italia in questo momento. Non fa assolutamente per me".
Maurizio Innocenti
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