
Vincenzo Esposito
Pistoia, 12 maggio 2016 - Non smette mai di stupirci l’uomo di Caserta. Bussa all’ingresso della sala stampa, Vincenzo Esposito. Lui, il padrone di casa, dopo sedici partite giocate al PalaCarrara bussa ancora alla porta. . Poi si mette a sedere e tira un sospiro di sollievo. Si capisce subito che deve dire cose importanti. E lo fa alla sua maniera, con la schiettezza che lo contraddistingue. «Vi dico cosa ho detto ai ragazzi – esordisce –. Questo campionato terminato stasera è stato incredibile, deve essere un punto di partenza per consentire loro di credere nelle potenzialità che ognuno ha e continuare a migliorare. I 32 punti, il sesto posto, le Final Eight, i playoff non ce li ha regalati nessuno. Siamo stati battuti da una grandissima squadra, tra le quattro che attualmente giocano la miglior pallacanestro del campionato. Capisco la loro delusione, ma non devono aver nulla da rimproverarsi. Nonostante la stanchezza c’era ancora qualcosa da dare: stasera è stato ‘sparato’ tutto: tecnicamente, fisicamente e mentalmente».
Poi arrivano i ringraziamenti. Tanti e sentiti. «La società prima di tutto – prosegue Esposito – per avermi dato la possibilità di allenare in serie A: il Pistoia Basket ha creduto in me e questo è motivo di grande orgoglio. Il secondo ringraziamento va alla città e ai tifosi che hanno accolto me e la mia famiglia facendomi sentire a casa. Questo mi ha facilitato anche dal punto di vista tecnico. Poi devo ringraziare i ragazzi, intesi non come giocatori, ma come persone. Hanno dimostrato di avere un’altissima qualità, mi hanno sempre rispettato, senza mai creare un problema. Ho ancora un ultimo grazie: ho dovuto lavorare con uno staff che non conoscevo. Stasera li voglio ringraziare tutti: ho avuto la fortuna di lavorare con persone preparatissime dalle qualità non soltanto tecniche ma anche e soprattutto umane. Senza di loro non so se ce l’avrei fatta».
Un addio alla città? Tutt’alto, a sentire «El Diablo». «Ho ancora un anno di contratto col Pistoia Basket: è ovvio che devo cercare di lavorare nella situazione tecnico-economica migliore possibile. Quest’anno, per me, è stato il top. Nei prossimi giorni resterò ancora a Pistoia per motivi familiari. Adesso stacchiamo qualche giorno e poi ripartirò a lavorare con i ragazzi. Il futuro? Arriverà i momento di pensare anche a quello. Intanto ripartiamo col bicchiere pieno a tre quarti e vediamo nei prossimi due mesi cosa succederà».