
UNA MISSIONE E’ lo scrittore Federico Pagliai a raccontare per noi, per la prima volta, la bellissima storia di Gianna Dondini e Simone Vergari. Pagliai inizia così la collaborazione con il nostro giornale Immagini di Acerboni/FotoCastellani
Pistoia, 26 ottobre 2014 - BILBO ha sei anni, è nato in un bosco di Piandinovello, è di pelo grigio, vive in una casa con tante sue foto alle pareti e a sentire le fusa che libera il suo corpo sembra non disdegnare affatto le cure di Gianna Dondini e Simone Vergari . La particolarità è che non si tratta di un gatto, ma di un pipistrello.
Ci troviamo sulla Montagna Pistoiese, a Gavinana, ospiti di una coppia di zoologi considerati tra i maggiori esperti nazionali di chirotteri. Tutto merito di Marcellino, piccolo di pipistrello caduto dall’alto, angelo nero curioso di volare che Gianna e Simone rinvennero ferito lungo una strada nel 1991. Scoppiò lì la scintilla: passione e scienza si mescolarono e fu solo grazie alle continue e competenti cure dei due zoologi che Marcellino ebbe salva la vita. Poi fu la volta di Odoacre, Cleopatra, Bilbo e chissà quanti altri ancora. IL CUORE pulsante della loro attività è la foresta biogenetica di Piandinovello punteggiata da centinaia di «bat box» che, come spente e apparentemente disabitate luminarie, penzolano dai rami degli alberi.
Si trovavano per quei boschi anche un anno fa: era il 26 ottobre quando Gianna ha filmato Simone mentre compiva alcuni rilievi sui pipistrelli. Ed è così che quelle immagini sono state scelte per il film «Italy in a day», che il premio Oscar Gabriele Salvatores ha presentato, fuori concorso, a Venezia, affascinato dalla bellezza autunnale delle foreste dell’appennino pistoiese e, forse, anche dai pipistrelli. Che, purtroppo, mica se la passano bene e condividono con api, lucciole e rondini il triste primato di specie a rischio di estinzione, almeno a queste latitudini. I nemici dei chirotteri hanno nomi coniati dagli uomini, si chiamano inquinamento e pregiudizio. Il largo uso di insetticidi, specie nella Piana Pistoiese, ha decimato colonie di pipistrelli. La conseguenza più diretta è il proliferare di insetti, in particolare zanzare sempre più resistenti a repellenti e similari.
«Nelle soffitte di Villa Magia a Quarrata – spiega Simone – risiede una colonia di pipistrelli, circa 150 esemplari con un raggio di azione perimetrale di circa 5-7 chilometri, che ogni anno mangia qualcosa come 45 chili di insetti». Per conseguire un risultato simile occorrono quintali di insetticidi, che, a differenza dell’opera del tutto gratuita dei pipistrelli, hanno un costo, elevata tossicità, dubbi risultati e finiscono poi con lo sterminare soprattutto gli stessi pipistrelli che, essendo insettivori, si avvelenano. E muoiono. Poi, tra qualche anno, qualcuno farneticherà di reintrodurli ,ma non sarà mai la stessa cosa delle specie autoctone.
Dove non arrivano gli insetticidi ci pensa poi il tarlo del pregiudizio a decimare queste bestiole così utili per il mantenimento dell’ecosistema. Ogni cultura ha bisogno di simboli negativi e in Occidente ecco che il pipistrello rappresenta il male, le tenebre, il sangue succhiato, gli artigli che afferrano i capelli: tutte amenità, scientificamente smentite. E’ Gianna a raccontare di come, in una sera d’estate, tutta una famiglia venne messa in subbuglio da un pipistrello che si era introdotto in casa. Successe il finimondo: ci fu chi si chiuse in bagno, chi si affrettò a legarsi i capelli, chi prese a pregare come se in quella casa fosse entrato Belzebù e chi, armato di scopa, uccise l’intruso: mettere insieme paura e ignoranza riproduce violenza.
EPPURE, basterebbe recarsi in Cina per rendersi conto di quanto i chirotteri sono venerati e spesso riprodotti in iconografie che rappresentano i pipistrelli come animali portatori di vitalità, benessere, felicità, salute, longevità e serena morte. Qui, sulla montagna pistoiese, tocca invece a Simone e Gianna porsi a paladini, studiosi, amici e confessori dei pipistrelli. Quelle bestiole sembrano gradire e in quel loro modo di comunicare fatto di vibrazioni, ultrasuoni e delicate arrampicate sul palmo della mano, regalano quegli attimi di simpatia e serenità che forse solo gli animali sanno dare. Per chi apprezzare sa, come Gianna e Simone. di FEDERICO PAGLIAI