Rincari: allarme latte, carne e verdura. Prezzi aumentati fino al 30 per cento

La spesa al supermercato adesso costerà 564 euro in più alle famiglie. Dalla colazione alla cena, il caro energia si riflette anche sull’alimentare

Rincari sulla spesa: picchi su alcuni alimenti che oscillano fra il 20 e il 30%

Rincari sulla spesa: picchi su alcuni alimenti che oscillano fra il 20 e il 30%

Pistoia, 12 settembre 2022 - Colazione , pranzo e cena, ma quanto ci costate? I rincari stanno colpendo ormai tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana e la spesa al supermercato non è affatto esente da questo trend. Se facciamo il raffronto fra i prezzi del luglio 2021 e quelli di quest’anno tramite il report del Ministero dello sviluppo economico relativo alla provincia di Pistoia, i numeri sono emblematici: il costo di (quasi) ogni prodotto ha subito un piccolo, medio o grande aumento, con picchi su alcuni alimenti che oscillano fra il 20 e il 30%. Partiamo ad esempio dal primo pasto della giornata. Una confezione di latte intero fresco da un litro un anno fa ci costava mediamente 1,68 euro, una di latte intero scremato a lunga conservazione 0,85 centesimi, mentre adesso si pagano rispettivamente 1,87 euro e 1,01 euro. Una merendina preconfezionata da un chilo nel 2021 veniva 6,34 euro, ora 6,76 euro; i cereali 5,28 euro, in questo momento 5,77 euro. Sensibile la crescita del prezzo del caffè tostato, visto che si è passati nel giro di 12 mesi da 8,15 a 9,37 euro, e di quello del miele, salito da 10,29 a 11,32 euro. Le cose non vanno di certo meglio per gli altri pasti e per gli altri alimenti della nostra cucina. Ad esempio, il costo di una confezione di riso da un chilo non è più di 1,70 euro come nel 2021, bensì di 2,07 euro.

E poi ancora la pasta di semola di grano duro (da 1,20 a 1,72 euro), la passata di pomodoro (da 1,22 a 1,47 euro), la farina di frumento (da 0,51 a 0,74 euro), l’olio extra vergine di oliva (da 4,57 a 5,19 euro), il tonno in scatola (da 9,35 a 9,94 euro). Clamoroso il rincaro sul burro che ci costava mediamente 7,82 un anno fa, contro i 10,09 euro dello scorso luglio, e sull’olio di semi di girasole, passato da 1,49 a 3,13 euro. Pensando di acquistare gli alimenti sopra elencati, la spesa non sarebbe più di 60,45 euro, ma di 70,45 euro. Da segnalare pure l’aumento del prezzo di carne (quella fresca di bovino adulto viene mediamente 17,86 euro invece che 17,06 come nel 2021; il petto di pollo è invece salito da 9,52 a 10,73 euro), frutta e verdura. Un chilo di mele golden delicious costano 2,1 euro, prima 2,03; per uno di pesche tabacchiere sborsavamo 3,38 euro, adesso 3,91; i cetrioli sono saliti da 1,36 a 2,07 euro; le melanzane violette ovali e tonde da 1,46 a 1,99 euro; le zucchine da 1,68 a 2,05 euro; i peperoni quadrati da 1,93 a 2,54. E potremmo andare ancora avanti, ma la musica non cambierebbe affatto. Solamente le bibite non hanno accusato un aumento così rilevante, oltre ad altri prodotti da tavola, che rappresentano però la classica goccia d’acqua nell’oceano.

Il risultato di tutto questo, come emerso dall’analisi effettuata dalla Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy-Gfk Italia, è che gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, che nel 2022 sono crollati dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno. Sempre secondo Coldiretti, la spesa al supermercato verrà a costare alle famiglie 564 euro in più soltanto a causa dei rincari. Una doccia gelata, specie per i soggetti economicamente più in difficoltà.