"Zio Vanja", desideri che mai si realizzano

Domani, al Manzoni, ritorno di Cederna e partenza del nuovo tour dello spettacolo tratto da Cechov, regia di Roberto Valerio

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Persone comuni, immerse nel flusso della vita, che un po’ ci somigliano. Vicini a noi, animati anche loro da passioni, slanci, delusioni, aspirazioni. Sulla scena, a sintetizzare questa comunanza, un interno domestico che rammenta la quotidianità della vita semplice di campagna animato da Vanja, da sua nipote Sonja, con l’anziana mamma Marija, Telegin e il Astrov. Ed è a quella vita all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e dalla sua bellissima seconda moglie Elena, che il pubblico assiste. È un felice ritorno quello di domani, sabato 27 gennaio, (ore 21) al teatro Manzoni, punto di partenza del nuovo tour di "Zio Vanja" lo spettacolo tratto dall’omonima opera di Cechov diretto da Roberto Valerio con Giuseppe Cederna e con Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Caterina Misasi e Elisabetta Piccolomini. Dramma russo considerato però dall’autore una commedia, quasi un vaudeville, che vide il debutto ufficiale il 26 ottobre 1899, al Teatro d’arte di Mosca, "Zio Vanja" è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività, ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i proprio progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata. Ogni personaggio insegue i propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero comunicarli agli altri. Tutti desiderano il riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere amati, ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione. Nella commedia si bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Cechov invita a bere i personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta soddisfazione perché "quando non c’è vita vera dice a un certo punto zio Vanja -, si vive di miraggi".

"È un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia – dice Valerio –, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. I personaggi di Cechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo". Lo spettacolo (prodotto da Atp Teatri di Pistoia Centro di produzione) tornerà nel pistoiese il 29 gennaio a Lamporecchio e il 4 marzo a Pescia. I costumi sono di Lucia Mariani, le luci di Emiliano Pona e il suono di Alessandro Saviozzi, con allestimento di Atp. Biglietti in vendita al costo di 8 euro per gli abbonati, 18 euro per i non abbonati (16 ridotto) e 8 euro per i possessori della giovani card o carta dello studente della Toscana.

l.m.