
Nel primo trimestre di quest’anno l’export è calato del 5 per cento
Da ieri è ufficialmente partito un nuovo corso dell’Avi, l’Associazione vivaisti italiani, un contenitore che mette insieme oltre duecento soci in tutta Italia per portare avanti gli interessi, e le innovazioni, di un settore centrale nell’economia ’green’ come quello del vivaismo che ha a Pistoia il suo cuore pulsante a livello europeo. Il nuovo corso porta la firma del presidente eletto all’unanimità: Vannino Vannucci. Un nome che è garanzia, conoscenza del settore e lungimiranza imprenditoriale essendo da due decenni alla guida della "Vannucci Piante", la principale azienda vivaistica pistoiese conosciuta in tutto il mondo e legata anche al mondo dello sport: suo, tanto per fare un esempio, l’allestimento a verde del Viola Park di Bagno a Ripoli.
Per Vannucci, fra l’altro, si tratta di un ritorno: era stato alla presidenza già dal 2015 al 2019 nel periodo di transizione, ovvero quando l’allora Associazione vivaisti pistoiesi decise di espandere il proprio raggio d’azione ed aprirsi su scala nazionale. "Sono passati dieci anni dal mio primo mandato da presidente dell’Avi – ammette Vannucci – un tempo durante il quale problemi e necessità sono profondamente cambiati. E cambieranno ancora: il mondo va in fretta e non aspetta nessuno. Ecco perché occorre farsi trovare preparati alle scadenze importanti che ci attendono. Ringrazio il presidente Michelucci, tutto il Consiglio, la segreteria, gli sponsor e gli associati per il grande lavoro svolto e confido nell’aiuto di tutti".
Tre i punti salienti del programma col quale si presenta. "C’è da dare maggiore dignità alla produzione – aggiunge il neo presidente di Avi – da incentivare la formazione continua degli operatori e degli imprenditori della nostra categoria. Come terzo aspetto, implementare la formazione ma rivolta ai più giovani: riprendere un vero dialogo con le scuole agrarie, in primis di Pistoia e Pescia".
Il mondo del vivaismo sta attraversando un momento particolare: dopo gli anni post-Covid durante i quali si è avuta una produzione oltre ogni record, per la ricerca di verde e di alberi in tutto il mondo, adesso il settore è tornato su numeri pre-pandemia con un export che nel primo trimestre di quest’anno è calato del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024 con un volume d’affari di 140 milioni di euro. Le guerre incidono, così come l’arretramento su mercati storici (-40% in Svizzera a marzo) e la ripartenza su altri, leggasi Regno Unito, con i timori della concorrenza asiatica.
Saverio Melegari