Vivaismo spaventato: "Il rischio delle gelate può fare grossi danni". E le vendite sono in calo

Michelucci (presidente Avi): "Lo choc termico si somma al post alluvione"

Vivaismo spaventato: "Il rischio delle gelate può fare grossi danni". E le vendite sono in calo

Vivaismo spaventato: "Il rischio delle gelate può fare grossi danni". E le vendite sono in calo

PISTOIA

Nel mondo vivaistico la preoccupazione è tanta e l’allarme, che già era a livelli molto alti fin dall’inizio dell’autunno, adesso rischia di deflagrare di fronte a questa inattesa ondata di freddo arrivata a fine aprile, soprattutto subito dopo un primo notevole assaggio di estate non più tardi di una settimana fa. Questo significa che, anche se ad occhio nudo al momento non c’è niente di tangibile, ciò che sta per germogliare in questi giorni diventa a rischio per la produzione e, di conseguenza, c’è la possibilità di avere uno stop che si può protrarre per qualche anno, specialmente per le piante che nascono e crescono in serra e che, alla luce dei 30°C di qualche giorno fa, erano già state messe all’aperto e senza protezioni come se fosse luglio.

"Il fattore fondamentale per limitare i danni è quello che non si verifichino delle gelate in questi due giorni di previste basse temperature, soprattutto di notte – spiega il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, Alessandro Michelucci – perché questo andrebbe inevitabilmente a compromettere la produzione dei prossimi anni di tutto il distretto, con le ricadute che potete immaginare. Purtroppo c’è da fare i conti anche con le piante che nascono e si sviluppano nelle serre: visto il caldo della scorsa settimana, molti colleghi vivaisti avevano già aperto tutte le strutture per non avere temperature eccessivamente elevate e questo calo drastico di 15 gradi è pericoloso per le piante. Uno choc termico che si va ad aggiungere a tutti quegli esemplari che avevano sofferto l’alluvione di inizio novembre, nelle zone particolarmente colpite di Montale e Quarrata fino al confine con Pistoia: ecco perché questa combinazione è davvero preoccupante".

A questo quadro relativo all’attualità, ma che per la ciclicità della produzione delle piante sortirà i suoi effetti soltanto fra due o tre stagioni (si spera non nefasti), c’è invece il mercato che sembra aver subito un brusco rallentamento, creando invenduto e malcontento. "Ci sono alti e bassi ma la tendenza è ad avere numeri in ribasso rispetto agli anni precedenti – conclude Michelucci – i clienti sono intimoriti da ciò che succede a livello internazionale e prima di spendere per sistemare un parco o un giardino con nuove piante mettono davanti altre priorità. E’ un momento difficile, come non si vedeva da ben prima della pandemia".

Saverio Melegari