Vicofaro, scontro fra Comune e Regione

Il governatore Rossi pronto all’ordinanza per imporre il trasferimento dei 200 migranti. Il sindaco Tomasi: "No soluzioni calate dall’alto"

I tentativi di svuotamento della parrocchia di Vicofaro di alcuni mesi fa

I tentativi di svuotamento della parrocchia di Vicofaro di alcuni mesi fa

Pistoia, 30 settembre 2020 - Non sarà, come era stato paventato, il trasferimento di massa all’ex ospedale del Ceppo ma Enrico Rossi un’idea ce l’avrebbe lo stesso. Il suo ultimo atto da presidente della Regione potrebbe essere quello di intimare, tramite ordinanza, ad Asl, Comune e Curia di sobbarcarsi la gestione dei circa 200 migranti di Vicofaro. Un’idea respinta dal sindaco Alessandro Tomasi. A innescare il braccio di ferro istituzionale sono state alcune indiscrezioni, non smentite dalla Regione, pubblicate ieri da La Repubblica di Firenze. Il centro è stato dichiarato sovraffollato e a rischio contagio Covid dopo un sopralluogo dell’Asl avvenuto il 14 settembre scorso. Da lì le prescrizioni per don Biancalani e l’invito a trovare strutture adeguate nelle quali ospitare i migranti. Sia il Comune di Pistoia che la Regione Toscana tengono così gli occhi puntati sulla vicenda con prospettive, evidentemente, ben diverse. «A Rossi dico: il Comune non accetterà soluzioni calate dall’alto sulla testa dei cittadini e non è disposto a sottrarre nemmeno un euro dalle risorse destinate alle migliaia di persone - di tutte le origini - che ogni giorno sono seguite dai servizi sociali – dichiara il sindaco –. Ad oggi non sappiamo chi e quante persone sono accolte in quella parrocchia perché non è stato fornito alcun registro o censimento. Non conosciamo la loro situazione: sono richiedenti asilo, sono fuoriusciti dai Cas, sono irregolari, sono residenti in Comuni fuori da Pistoia? Sappiamo però – continua Tomasi – che il vescovo lo scorso aprile ha annunciato l’avvio del trasferimento con un primo spostamento di 30 persone da Vicofaro a Spazzavento e che adesso i numeri (riportati dalla stampa) sfiorano di nuovo quota 200, segno che le persone continuano ad arrivare a Vicofaro, chiaramente da fuori Pistoia, e che, evidentemente, dopo il trasferimento di 30 ragazzi, ne sono continuati ad arrivare altri". Il sindaco, che sul caso Vicofaro ha limitato al massimo le esternazioni "anche per non strumentalizzare la questione" e "salvaguardare il nome di Pistoia che non può passare come città razzista", di fronte alla prospettiva di un intervento di Rossi per una ricollocazione cittadina (anche se tempo addietro il governatore aveva annunciato di volere individuare una struttura in Valdinievole) si mette di traverso. «E’ molto comodo e facile strumentalizzare queste azioni da parte di chi cavalca un’immagine fin troppo abusata: quella di un sindaco di centrodestra che vuol colpire la realtà di Vicofaro – nota Tomasi –. La verità è un’altra. Lì esiste un pericolo prima di tutto per le persone accolte: lo dicono gli atti ufficiali. Esiste una gestione che nel tempo ha prodotto ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti, compresi i residenti della zona, che devono essere, anche loro, tutelati. Chi nel tempo si è voltato dall’altra parte in nome di questo tipo di ’accoglienza’ è complice di una situazione ormai fuori controllo. Come sindaco non ho mai chiuso gli occhi, convinto che non ci debbano essere trattamenti diversi per nessuno. Le regole valgono per tutti. In passato sono stati chiusi Centri di accoglienza a Pistoia, gestiti da cooperative senza dubbio serie, perché mancavano requisiti di legge. Non ho visto barricate per loro. Il Comune – conclude – partecipa al tavolo istituzionale della Prefettura insieme agli altri soggetti, dalla Asl alla Questura, e metterà in campo tutte le azioni che gli competono, sicuramente non quella della ricollocazione su cui non ha ruolo". R.P.