"Un caso originale di museo di comunità" Le donazioni raccontate dalla direttrice Palchetti

"Ricevo telefonate da persone che, anche se non mi conoscono personalmente, sanno che ho la responsabilità del Museo del Ricamo e che mi chiedono, con gentilezza e con speranza, uno spazio per i ricami lasciati da mamme, nonne e altre antenate. Ne provo tanta soddisfazione – scrive la direttrice Anna Maria Michelon Palchetti – perché penso che il nostro volontariato sia riuscito a rendere un importante servizio al nostro territorio, custodendo questo patrimonio di vera arte da trasmettere alle generazioni future e attirando da fuori Pistoia manufatti di bellezza talvolta eccezionale. Ormai il nostro Museo è conosciuto non solo in Italia, ma anche in Europa e in altri continenti, come dimostrano le provenienze dei visitatori e i contatti, ed è per questo che spesso ci viene chiesto di poter ospitare quanto di bello è stato ricamato dai loro antenati. Di solito la nostra risposta è positiva perché consideriamo che la vitalità di un Museo stia proprio nella possibilità di rinnovare l’esposizione anche ogni anno. L’anno scorso abbiamo avuto la donazione delle eredi di Clotilde Vesco di Firenze e, in questi giorni, dalla famiglia Oberti di Volterra, abbiamo ricevuto della biancheria intima molto raffinata, risalente ai primissimi anni del ‘900 e che esporremo appena possibile. E’ questa la realtà del Museo del Ricamo, vivo, dinamico, sempre con qualcosa di nuovo, anche ricamato a mano dalle nostre ricamatrici, in sintonia con le varie ricorrenze della città, come le conchiglie per l’anno iacopeo. Ed è per questo motivo che, da un esperto come Claudio Rosati, il nostro è stato definito “un caso originale di museo di comunità” dove la collezione ha un dialogo continuo con un “saper fare che si rinnova”".