MARIASILVIA CABRI
Cronaca

Uccisa a Santo Domingo e ritrovata nel frigorifero imbavagliata. La famiglia: "Vogliamo tutta la verità"

“L’assassino non può aver fatto tutto da solo”

Claudia Lepore

Pistoia, 27 giugno 2023 –  «Siamo soddisfatti che Antonio Lantigua, detto El Chino, reo confesso, sia stato condannato a 30 anni di reclusione per avere ucciso materialmente mia sorella Claudia. Ma la soddisfazione non è totale: continuiamo ad avere dei dubbi su come siano andate davvero le cose e quello che noi vogliamo è piena giustizia".

Una ferita sempre aperta quella che porta in cuore Anna Lepore, la sorella di Claudia, la carpigiana 59enne il cui corpo fu ritrovato a fine gennaio 2021 dalla polizia dominicana nella sua villa a Bavaro, Santo Domingo.

Il cadavere di Claudia, legato e imbavagliato, fu rinvenuto dentro il frigorifero in cucina, con evidenti segni di sevizie sessuali.

"El Chino non può avere fatto tutto da solo" prosegue Anna. "La sentenza è stata emessa a seguito del processo di primo grado e potrà, pertanto, essere impugnata dal condannato – spiega l’avvocato Giulia Giusti, legale della famiglia Lepore –. Tuttavia, si tratta di un primo risultato degno di nota, trattandosi di una condanna alla pena massima prevista dal codice penale dominicano. Seppur soddisfatta per l’esito del procedimento di merito, però, la famiglia Lepore ha sempre cercato di fare chiarezza sulla posizione dei due italiani, la modenese Ilaria Benati e il quarratino Iacopo Capasso (rispettivamente ex compagna e conoscente della vittima), i quali sono stati, sin da subito, indicati dall’esecutore materiale quali mandanti dell’omicidio.

Infatti, nonostante il proscioglimento pronunciato in sede di udienza preliminare, gli indizi a loro carico “non possono dirsi privi di rilievo“ (si tratta di messaggi scambiati con l’assassino, di comportamenti successivi al reato e di documentazione comprovante la sussistenza di un notevole interesse economico nella prematura dipartita della vittima). Per questo motivo – prosegue l’avvocato – è attualmente pendente un giudizio di impugnazione della sentenza di proscioglimento a suo tempo pronunciata, che potrebbe condurre all’apertura del dibattimento anche nei confronti dei due italiani. Lungi dal voler arbitrariamente perseguire i due in maniera acritica ed irrazionale, si ritene doveroso fare il possibile per elidere (per quanto possibile) ogni dubbio circa il coinvolgimento di persone molto vicine alla vittima, nelle quali Claudia Lepore riponeva probabilmente una eccessiva fiducia. Questo scenario, introdotto sin dall’inizio dal Lantigua, poi misteriosamente ritrattato, costituirebbe elemento di ulteriore allarme rispetto al tragico evento che ha visto come vittima Claudia Lepore".

«Abbiamo accolto positivamente la sentenza di condanna di El Chino – afferma l’avvocato Andrea Brezigar che rappresenta Ilaria Benati –, ma non cambia nulla per noi, sapevamo che era l’autore materiale e a carico di Ilaria non ci sono elementi per andare in giudizio. Attendiamo l’udienza del 21 luglio per il ricorso fatto su impulso delle persone offese, auspicando nella conferma della sentenza di proscioglimento".

Maria Silvia Cabri