
"Sono stati tre anni di totale trasparenza, abbiamo messo tutto sul tavolino e devo dire che le parole ingenerose usate nei miei confronti e nei confronti dei miei colleghi in Spes ci hanno fatto male". Così l’architetto Paolo Bechi, ormai ex presidente della società che gestisce le case popolari di Pistoia nonché membro della piattaforma unitaria Federcasa e Sindacati inquilini, replica alle polemiche sul bilancio della partecipata che vede un debito di oltre 5milioni di euro nei confronti della Regione per l’acquisizione dell’area Ricciarelli e del palazzo della Dogana a Pescia. "Non sono mai fuggito dal confronto. Il 16 dicembre ho parlato in commissione per tre ore rispondendo a tutte le domande, ma ho sempre detto che lo avrei fatto solo e soltanto dopo aver incontrato i Comuni soci". Ieri il passaggio di consegne al nuovo presidente dell’ente, l’avvocato Riccardo Sensi. "Sto lavorando nella massima collaborazione spiegando nel dettaglio anche la mia visione su quello che potrà essere il futuro della Spes". Poi ritorna sul problema area Ricciarelli e sul debito con la Regione. "La Spes è una società che ha una natura sociale – dice –. Sulla questione dell’area Ricciarelli la perizia ha semplicemente svalutato l’area ai minimi termini. E noi nel bilancio ogni anno procedevamo in questo senso. Quest’anno però sono arrivate due richieste di acquisizioni e così si è proceduto ad una perizia giurata che, in tempo di Covid, ha certificato il valore dell’area a 1milione e 600mila euro. Attenzione però la stessa perizia ci dice che se un imprenditore proponesse delle permute il valore potrebbe salire e si potrebbe ipotizzare persino che la Regione ce lo scali dal debito".
Ma cosa servirebbe alla società per tornare ad essere redditizia? " Di casa sociale ce ne è tantissimo bisogno – replica –. Ci sono circa 400 persone in graduatoria a Pistoia e ogni anno arriviamo al massimo al 7-8% di assegnazione. Il patrimonio della Spes va incrementato, va aumentato e oggi, più che mai, ci sarebbero le occasioni per farlo. Parlo del piano nazionale della qualità dell’abitazione, del super bonus 110% o del Recovery found. Sono tre filoni importanti. Se si incrementa il numero degli alloggi aumentano gli introiti per la Spes. Significa che più case popolari ci sono più si incrementano i canoni e conseguentemente è anche più facile fare manutenzione". Secondo Bechi però ci potrebbero persino essere ulteriori prospettive con un po’ di coraggio da parte dei Comuni. "L’area Ricciarelli è una grande occasione – dice – Si potrebbe prevedere la sua trasformazione in un vero e proprio eco quartiere e sarebbe uno degli esperimenti più credibili nel post-Covid. Oltre tutto, appunto, il valore dell’area è scesa al minimo e sarà più facile trovare partner per l’operazione E’ una grande occasione di mettere insieme sociale e natura. Siamo la città di Michelucci che improntava la sua architettura sulla natura e il sociale dove meglio dell’area Ricciarelli per creare un quartiere del genere?".
Infine i ringraziamenti. "Abbiamo risolto la questione dei canoni concessori, introdotta reperibilità degli operai Spes, abbiamo fatto regolamenti con i Comuni per gestire la morosità e creato l’ufficio legale interno che ci ha consentito un recupero dei crediti molto elevato. Proviamo a vedere se la Spes è in grado di gestire anche gli affitti calmierati per dare ossigeno al bilancio ma soprattutto investimenti sulla casa sociale. Voglio ringraziare i membri del Cda che in questi anni hanno lavorato con me intensamente e parlo di Carmen Ferrara ed Edoardo Chelli. Tutto il personale degli uffici e un ricordo per un mio amico, scomparso un anno fa, l’architetto Marco Zucconi. Il suo sogno era progettare case popolari, con l’area Ricciarelli lo avrebbe realizzato, i temi del sociale e della natura erano a lui molto cari".
Michela Monti