LINDA MEONI
Cronaca

Studio sul paese nascosto. Il sindaco e la sua Treppio

Il libro di Marco Breschi sarà presentato sabato pomeriggio al circolo Aics. Un ritratto demografico dalla fine del Settecento al primo Novecento.

Marco Breschi, demografo e sindaco: il libro è arricchito dalla riproduzione di vecchie cartoline grazie a Paolo Bresci

Marco Breschi, demografo e sindaco: il libro è arricchito dalla riproduzione di vecchie cartoline grazie a Paolo Bresci

Il nascere, lo sposarsi, il lavorare, l’andarsene e, infine, il morire. Tutta la vita dentro, quella che pulsa fino a cessare d’essere e che nel suo naturale svolgimento racconta una storia ancora più grande oltre a quella personale: quella di una comunità. S’intitola "Demografia di un paese nascosto. Treppio 1790-1910", la pubblicazione che porta la firma di Marco Breschi che si presenta al pubblico per la prima volta sabato 31 maggio (ore 17) al circolo Aics di Treppio.

Uno "studio della memoria" che prende le mosse da un lavoro decisamente più corposo che lo stesso Breschi, allora laureando, mise insieme in forma di tesi. "Ero impegnato in un trasloco e nel movimentare oggetti ho scoperto che mio padre aveva affastellato in un armadio tutta quella serie di materiali cui avevo attinto per la scrittura della tesi – racconta Breschi, oggi sindaco di Sambuca -. A quel tempo avevo ricostruito tutte le genealogie delle persone che avevano vissuto a Treppio dal 1790 ai primi anni del Novecento. Rileggendo quei documenti ho sentito un nuovo stimolo e ho pensato che poteva essere una buona idea realizzarne un volumetto in cui toccare alcuni dei grandi temi. Il paese lo definisco ‘nascosto’ così come un po’ defilata è tutta la Sambuca: quando si parla di montagna Treppio e Sambuca se la cavano a malapena con una riga. Come se qui fosse terra di nessuno. Eppure di particolarità ve ne sono molte. A partire dalla gente: vera, anarchica quasi, animata da grandi passioni e capace di grande senso di comunità. Gli studiosi hanno classificato Treppio come isola linguistica, per quella cadenza verbale che qui c’è e che non si ritrova altrove".

E quindi ecco le curiosità: i matrimoni rigorosamente tra treppiesi – "al massimo con donne o uomini dei borghi limitrofi" –, alcuni dei locali emigrati in blocco verso la Maremma andando a popolare zone come Tirli o Castiglion della Pescaia, i tipici mestieri delle donne che erano per lo più filandaie e tessitrici tanto da divenire famose per la produzione di canovacci coi prezzi di Prato decretati proprio a partire da quelli delle tele di Treppio. E poi gli uomini, molti impiegati nella filiera del legno, dal boscaiolo-legnaiolo al falegname passando per il segantino.

"Di spunti interessanti se ne ritrovano molti nel passato, come anche profili ormai estinti, come la grande figura del magnano, ovvero un ambulante che andava a stagnare le grandi paiole di rame, colui che accomodava le pentole cui si faceva ricorso dove si produceva il latte – spiega ancora l’autore –. C’erano anche lavori molto raffinati, come armaioli o grandi fonditori di campane. Poi negli anni a seguire si è inseguito il sogno delle luci della città e quelle professionalità si sono perse piano piano. E poi i dati sulle nascite, con una grande selezione differenziale tra i nati in estate e quelli in inverno. Insomma una panoramica ampia, che potrebbe essere ancora più arricchita raccogliendo le voci degli ultimi testimoni". Il ricavato della vendita del libro, tolte le spese, andrà a finanziare lavori per la comunità, prima di una serie di "collette" che Breschi ha in mente per i suoi paesi.

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