Il porcino è l'oro del sottobosco: guerra fra i cercatori di funghi

E' battaglia sull'Appennino toscano

Cercatore di funghi

Cercatore di funghi

San Marcello (Pistoia), 19 giugno 2018 - La montagna pistoiese va alla guerra dei funghi. Una battaglia che dai cestini della raccolta, con i cercatori sempre a caccia del porcino più grosso, adesso si è spostata anche sul piano istituzionale. Spinte dalle richieste di molti abitanti, le amministrazioni comunali hanno deciso infatti di mobilitarsi per ottenere una maggiore tutela dei boschi e più benefici per i tanti residenti che dai funghi ricavano un’integrazione del reddito non trascurabile.

Quella di tutelare i boschi dall’«invasione» dei raccoglitori della pianura, che spesso commerciano poi i funghi nelle città, è un’esigenza avvertita da molto tempo sull’Appennino pistoiese. A tal punto che, da qualche settimana, il sindaco di San Marcello Piteglio, Luca Marmo, anche in veste di coordinatore regionale delle politiche per la montagna di Anci, ha iniziato a fare il «commesso viaggiatore» in giro per la Toscana per condividere con i colleghi delle zone montane e collinari una proposta di modifica all’attuale legge regionale, una piattaforma condivisa da portare poi a Firenze.

Il malcontento, sulla montagna di Pistoia, è divenuto più marcato dalla scorsa estate, quando è decaduto il regolamento della Provincia che, in via sperimentale per tre anni, prevedeva due giornate di fermo alla raccolta per i non residenti e solo una per i residenti in montagna.

Da circa un anno, si è tornati invece a seguire la sola legge regionale, che non prevede giorni di raccolta riservati ai soli residenti della montagna, in nessuna provincia. L’unico beneficio rimasto a chi vive nelle zone appenniniche è dunque il tetto giornaliero più alto della quantità di funghi prelevabile, 10 chili anziché 3 nel comune di residenza, dove non serve l’autorizzazione.

Per il resto, l’importo del tesserino è il medesimo per tutti i toscani: 13 euro per 6 mesi e 25 euro per un anno. Sono considerati «turisti», a cui si applicano tariffe più elevate, solo i residenti fuori regione.

Così, mentre in seno all’Unione dei Comuni Appennino pistoiese si sta studiando un regolamento specifico, il suo presidente Luca Marmo ha già compiuto sulla montagna amiatina la prima tappa del suo «tour» toscano a caccia di alleati per modificare le regole regionali a favore dei residenti. «Mi sto rendendo conto – commenta Marmo – che le problematiche avvertite dalla popolazione dell’Appennino di Pistoia sono comuni alle altre aree montane. Ciò rafforza la mia convinzione di avanzare intanto una richiesta formale alla Regione per replicare, nel Pistoiese, la sperimentazione delle due giornate di fermo alla raccolta.

Nel frattempo l’intento è di studiare una proposta di modifica della legge regionale che preveda momenti di riposo per tutti i territori di montagna; l’incremento del tesserino, con una differenziazione più spinta fra chi risiede nei territori montani e non; un meccanismo che riporti in montagna le risorse che derivano dai tesserini stessi, risorse da utilizzare poi per il ripristino dei sentieri e per rendere ospitale il bosco. Penso inoltre a forme per incentivare la nascita di consorzi fra i proprietari dei terreni. Possono già nascere, ma con meccanismi molto avvitati su se stessi».