Processo a don Biancalani, chiesta l’assoluzione

I controlli dell’Asl un anno fa, poi l’ordinanza del Comune e l’accusa di inosservanza dei provvedimenti. Ieri la discussione davanti al giudice. La difesa: "Una questione di vicinato e non di salute pubblica"

Don Massimo Biancalani con i suoi legali

Don Massimo Biancalani con i suoi legali

Pistoia, 10 maggio 2024 – Cumuli di rifiuti da smaltire, anche ingombranti, e poi cattivi odori e un’invasione di piccioni sconosciuta prima dell’arrivo dei migranti al centro di accoglienza allestito nei locali della parrocchia. La questione è datata, o meglio i problemi sono quelli di sempre nel quartiere di Vicofaro. Ma per don Biancalani si sono tradotti in un nuovo processo che ieri ha visto le battute finali davanti al giudice monocratico Alessandro Buzzegoli.

La vicenda giudiziaria è quella che è seguita dopo i controlli svolti dall’Asl ormai un anno fa nel suo centro di accoglienza. All’epoca (come già accaduto altre volte), al don furono contestate una serie di inadempienze dal punto di vista dell’igiene. Il Comune fece un’ordinanza chiedendo al parroco di ripulire il piazzale davanti alla parrocchia: derattizzazione, attività per allontanare i piccioni (evidentemente attirati dai rifiuti organici prodotti in grande quantità), sgombero di materiale ingombrante. Secondo quanto riferisce il parroco, in realtà, seguì un gran lavoro, ma comunque non sufficiente, in base ai successivi controlli, a considerare eseguiti i provvedimenti. Per questo ora il parroco è accusato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (articolo 650 del codice penale).

Ieri pomeriggio il pm ha chiesto l’assoluzione (secondo l’articolo 131 bis del codice di procedura penale), per la particolare tenuità dei fatti contestati.

Diversa la posizione della difesa. L’avvocato Fausto Malucchi che rappresenta il parroco insieme all’avvocato Elena Baldi ha chiesto l’assoluzione piena, perché il fatto non sussiste.

«La questione è ben diversa – ha motivato l’avvocato nella sua arringa – perché don Biancalani è accusato per aver applicato il Vangelo, ovvero per aver svolto in maniera continuativa l’accoglienza dei migranti nel territorio pistoiese. Negli anni si sono svolte riunioni e vertici in Prefettura, alla presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine, Questura, di amministratori della Regione e della Diocesi, ma di fatto don Biancalani è rimasto da solo a gestire l’accoglienza. In questo senso, si può capire come l’ordinanza emessa dal sindaco è stata volta non a tutelare la salute pubblica ma a gestire una questione di vicinato. La presenza di condizioni igieniche precarie nelle vie e davanti alle abitazioni confinanti con la parrocchia sono da considerarsi questioni di vicinato e non questioni che possono esser oggetto di un’ordinanza emessa da un sindaco". La sentenza è attesa a giugno.

M.V.