REDAZIONE PISTOIA

Ponte all’Abate, tempi prolungati: "Garantire i ristori ai chi lavora"

Sulla vicenda dei lavori di Ponte all’Abate interviene anche Marco Barzanti, segretario regionale del Partito Comunista Italiano. "I lavori- ricorda...

Sulla questione dei tempi e dei costi lievitati nel cantiere interviene anche Marco Barzanti segretario regionale del Partito Comunista Italiano

Sulla questione dei tempi e dei costi lievitati nel cantiere interviene anche Marco Barzanti segretario regionale del Partito Comunista Italiano

Sulla vicenda dei lavori di Ponte all’Abate interviene anche Marco Barzanti, segretario regionale del Partito Comunista Italiano. "I lavori- ricorda -dovevano iniziare ad aprile 2024 senza chiudere il ponte al passaggio pedonale, con i servizi da realizzare in modo concordato e contemporaneo in circa un mese, per arrivare alla conclusione dei lavori entro lo scorso novembre e alla realizzazione di una passerella pedonale entro dicembre 2024. Il progetto della passerella è stato accantonato e il ponte chiuso dopo l’intervento della Soprintendenza, che ha chiesto di rivedere il progetto provvedendo a un restauro conservativo". Questo ha causato il lievitare dei costi, saliti a circa 2 milioni di euro, e il forte ritardo nel termine dei lavori, "dei quali – aggiunge - probabilmente si parlerà ancora in primavera".

Barzanti denuncia "la gestione scriteriata e approssimativa da parte degli organi preposti del progetto e dell’appalto e il danno cogente e futuro, in molti casi irreparabile, per gli oltre 20 operatori commerciali, artigianali e professionali che gravitano nella zona". Gli esercizi di Ponte all’Abate "hanno visto un progressivo calo dei clienti e degli utenti se non l’azzeramento del volume degli affari – prosegue Barzanti - con conseguenti licenziamenti di personale. Gli esercizi che non hanno chiuso debbono continuare ad accollarsi tutti i costi fissi d’impresa: affitti dei locali o Imu per i proprietari, bollette dell’energia e dell’acqua, Tari ecc". La proposta del segretario è che "il Comune si faccia carico della Tari per l’intero periodo di chiusura e che Regione e Provincia si facciano carico del danno agli operatori della zona", con ristori adeguati per i danni che subiranno per almeno due anni.

Emanuele Cutsodontis