LUCIA AGATI
Cronaca

Una poesia lanciata nello spazio. Unico tributo è di Grattacaso

Il poeta pistoiese selezionato dall'Agenzia spaziale europea per la missione Rosetta

Giuseppe Grattacaso

Pistoia, 13 luglio 2016 -  L’ha inseguita dieci anni. Poi l’ha raggiunta. Insieme, la sonda Rosetta e la Cometa, si perderanno nel Sole. Quanta poesia in questo viaggio verso l’infinito. «Anche se il credere l’universo infinito è un’illusione ottica: almeno tale è il mio parere», così scriveva Giacomo Leopardi. La sonda Rosetta ha un suo sito «Rosetta Art Tribute», dove vengono raccolti i contributi artistici dedicati a lei da tutto il mondo. Li cerca, con occhio attento e paziente, allenato a scrutare il Cielo e le sue meraviglie, un’astrofisica italiana che vive e lavora ad Amsterdam. Si chiama Claudia Mignone. E dai motori di ricerca è spuntata una poesia: «Rosetta e la Cometa», del poeta Giuseppe Grattacaso, salernitano di nascita ma Pistoiese da trent’anni. L’aveva inserita nel suo seguitissimo blog «Mosche in bottiglia».

Per ora è l’unico italiano che figura tra gli artisti che hanno reso omaggio alla sonda che ha viaggiato per dieci anni prima di trovare la sua cometa, adagiarsi su di lei, svegliarsi e cominciare a mandare segnali. Un evento che tutto il mondo ha seguito, un evento che Grattacaso, una delle più importanti voci poetiche italiane contemporanee ha cantato, forte della sua grande passione per l’astronomia, Una passione già espressa nella sua raccolta «La vita dei bicchieri e delle stelle», e dove già le comete e le stelle nane erano state fissate nei suoi versi, a suscitare gli stessi interrogativi, eterni, degli astronomi di tutti i tempi: «Se siamo stati stelle, polverosi residui d’energia universale». «Che la mia poesia era stata inserita nel sito di Rosetta – ci racconta il poeta Giuseppe Grattacaso – me lo ha detto l’astrofisica Claudia Mignone, da Amsterdam.

La mia passione per questa materia mi aveva già portato alla ricerca di presenze, vicine a noi, quotidiane, e ben più lontane, ma tuttavia legate fra loro dalla luce, e ho cercato, nella mia raccolta, i riscontri scientifici del quotidiano, così come le scoperte nell’Universo e i possibili riflessi nell’uomo. «Rosetta rincorre la cometa, aggancia la scia e poi invia informazioni sulla formazione del sistema solare. Nella mia poesia immaginai la loro orbita perenne, insieme, come la remora sulla scia del pescecane, come il Vecchio e il mare, due destini che si incrociano, Rosetta e la Cometa insieme nell’infinito. E ora, la letteratura e la scienza si sono parlate, hanno un linguaggio molto vicino e non schiacciato soltanto sulla realtà, ma su quello che potrebbe essere, cogliendone l’aspetto visionario.» Internet è stato determinante nel compimento di questa bellissima storia: una poesia lanciata nella rete e poi pescata da chi, in teoria, si occupa solo di cose scientifiche, e invece ha lasciato una porta accuratamente aperta alla luce dell’Arte. «E questo è bellissimo – commenta Grattacaso – trovarsi con gente sconosciuta, ma con un intento comune, parlare di Rosetta che deve il suo nome alla stele: linguaggi che insieme si compiono in uno spazio senza confini. Molte le domande che scaturiscono dal viaggio di Rosetta: la cometa era preesistente al nostro sistema solare, e questo genera ulteriori interrogativi e come fa, tutto questo, a non essere poetico? Più conosciamo e più ci domandiamo. Una possibilità connaturata al nostro modello di conoscenza. La poesia è come la sonda lanciata nello spazio.» Rosetta e la Cometa viaggiano ora fianco a fianco come Giuseppe aveva cantato, nella sua pre-visione: prima cioè di sapere che questo straordinario evento si sarebbe compiuto davvero.