ALBERTO CIPRIANI
Cronaca

Pistoia, "Una città è prima di tutto uno stato d'animo" - Un articolo di Alberto Cipriani

Pistoia ha una ricca cultura locale che può essere utilizzata come strumento di elevazione. Per fare ciò è necessario prima che i pistoiesi si sentano orgogliosi di appartenere alla comunità. Valorizzare le attività formative della provincia e le associazioni culturali può contribuire a rendere la città più appetibile.

Pubblichiamo ampi stralci

di un suo articolo pubblicato

su La Nazione il 17 aprile 2008

di Alberto Cipriani

Mi è capitato di assistere e partecipare a dibattiti o incontri sulla cultura (e forse sulla decadenza) di Pistoia. Ho appena letto un bell’intervento di un nostro storico, Giampaolo Francesconi, che comincia la sua analisi dal controverso e difficile argomento dell’identità cittadina e che utilizza citazioni illuminanti, tra cui quella di Sabatino Lopez: "Una città è prima di tutto uno stato d’animo. Sono cittadini coloro che si sentono tali e sono orgogliosi di appartenere a una comunità". Forse possiamo usare questo concetto nella dibattuta questione della cultura come strumento d’elevazione per Pistoia. La materia è inquadrabile nel marketing urbano, quindi ha valenza anche economica: del resto tutti dicono che oggi la cultura fa parte pienamente del business. Proprio quella cultura locale che raccoglie storia, monumenti, costumi, folclore, ambiente naturale, documentazioni, atmosfere dei luoghi: insomma, la pistoiesità. (...) Ma siamo certi che per elevare, pubblicizzare, rendere più appetibile, vendere (senza mercificarla) Pistoia - con la sua cultura - non sia necessario fare prima un’opera di introspezione cittadina, accertare quanti pistoiesi si sentano tali e siano orgogliosi di appartenere alla comunità? (...)Non potremo competere sul piano del marketing urbano con Firenze e forse anche Pisa e Siena. Ma possiamo far emergere lo specifico pistoiese basato sull’esasperato bicromismo romanico delle nostre chiese, sul centro storico (con una maggior valorizzazione di piazza del Duomo, Sala e altri luoghi peculiari), sulla nuova biblioteca "San Giorgio" e sul teatro "Manzoni", sull’arte contemporanea sposata a quella antica, su una città che ha la cintura dei vivai (il "supermarket del verde", si è scritto) e il respiro dell’Appennino sul collo. (...) Questi e altri elementi dovrebbero servire in chiave turistica a “respirare” la città, a rendere peculiare il fatto di visitarla. Se ne parla poco, ma noi abbiamo istituti e modelli che realizzano bene, più che altrove, la richiesta di educazione degli adulti: le attività formative della Provincia, i circoli di studio, la Società di storia patria, il Centro di studi e d’arte, l’Università del tempo libero, le numerose associazioni culturali. Perché non le valorizziamo?".