REDAZIONE PISTOIA

Palazzo Amati Cellesi a nuova vita

I ventitré appartamenti di lusso sono già quasi tutti venduti. A piano terra una clinica medico-estetica

Non è passato neppure un anno da quando i padroni di casa sono cambiati che il futuro è già scritto: i ventitré appartamenti di lusso quasi tutti venduti, i tre fondi a uso commerciale situati al piano terra destinati a fondersi in un’unica unità per ospitare una clinica medico-estetica. Cambia così il sontuoso Palazzo Amati Cellesi, più di seimila metri quadri affacciati su piazza Garibaldi e via Panciatichi, sviluppatosi fra ‘400 e ‘600 e divenuto dimora nobiliare più ampia e sfarzosa di Pistoia, fino a trasformarsi in sede bancaria già nel 1905 con l’allora Piccolo Credito Toscano (poi Credito Toscano, poi ancora Banca Toscana e infine Monte dei Paschi di Siena). Questione di settimane e il contratto d’acquisto, siglato in forma d’accordo quadro a metà 2021, sarà perfezionato tra le parti e le chiavi del palazzo passeranno definitivamente dalle mani della Sgr Dea Capital real estate alla fiorentina LC3 Sviluppo immobiliare, guidata dall’architetto Valentina Artini. "Appena i passaggi relativi all’acquisto saranno conclusi, partiremo coi lavori – spiega –. Partiremo dal tetto: ci sono infiltrazioni d’acqua e gli interventi tampone fatti finora non possono dirsi sufficienti. Tutti gli appartamenti ad eccezione di tre sono stati venduti. Chi è venuto a vederli come candidato acquirente ha subito l’innegabile fascino del palazzo. Molti di loro, per la maggioranza locali, già lo conoscevano da frequentatori della Banca e già allora ne erano stati conquistati. Così come lo siamo stati noi".

Gli appartamenti come detto sono in tutto 23, a partire dal piano ammezzato-primo per arrivare fino al quarto-quinto, con dimensioni che variano dai 67 ai 478 metri quadri. La quantità di elementi artistico-architettonici di pregio interni al Palazzo è sbalorditiva, tanto che sull’immobile vige il vincolo della Soprintendenza dalla quale i nuovi proprietari hanno già ottenuto approvazione dei pareri del caso. Ad occuparsi della parte progettuale e della direzione dei lavori saranno gli architetti Antonio Fedi e il fiorentino Federico Gurrieri. L’ipotesi più verosimile, salvo ritardi non dipendenti dalla proprietà, è che la consegna delle unità possa avvenire entro la fine del 2023. Di letteratura attorno al Palazzo ne esiste molta, ma per comprenderne a fondo il pregio basta il recente articolo apparso sul numero 37 della rivista Storialocale a firma dei due studiosi Claudia Becarelli e Paolo Benassai, probabilmente tra gli ultimi ad aver avuto accesso al Palazzo, che per anni a più riprese ne hanno approfondito peculiarità e fragilità.

"Nel 2017 visitammo alcune stanze del secondo piano, molto degradate, dove abbiamo scoperto due soffitti affrescati con ‘Bacco e Arianna’ e il ‘Carro di Aurora’, anch’essi in mediocre stato di conservazione – spiegano Becarelli e Benassai –. Oltre a questo, dal confronto con la situazione del 2009 è emersa in vari ambienti una progressione nel degrado dovuto a infiltrazioni d’acqua: piuttosto gravi sono i danni nell’affresco raffigurante la ‘Glorificazione di Ercole’ di Giovan Domenico Ferretti e nella ‘Toilette di Venere’ al secondo piano". Tra le opere di pregio c’è poi l’affresco di Romano Stefanelli, allievo di Annigoni, ’Antichi mestieri della città di Pistoia’, una celebrazione di indubbio valore della città e delle sue peculiarità.

linda meoni