
Guardia di finanza
Pistoia, 26 ottobre 2021 - I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Lucca, al termine di una complessa e articolata attività investigativa finalizzata al contrasto delle frodi nel settore della spesa previdenziale, hanno scoperto un artificioso meccanismo posto in essere nei comprensori di Mediavalle e della Piana di Lucca, che ha consentito a un locale sodalizio di beneficiare, indebitamente, di oltre un milione di euro di indennità, a vario titolo, erogate dall’Inps e dall’Inail. Sono dodici gli indagati, tra i quali un commercialista di Pistoia, che gestiva buste paga gonfiate e dipendenti, mentre sono dieci le società finite nel mirino.
In particolare, l’indagine – coordinata dal sostituto procuratore Elena Leone e condotta dalle Fiamme gialle della Tenenza di Castelnuovo di Garfagnana, unitamente a funzionari di Inps e Inail di Lucca, insieme a operatori dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Lucca e Massa Carrara – trae origine da un controllo d’iniziativa effettuato nei confronti di una ditta individuale operante nel settore della ristorazione. Erano subito emerse gravi e numerose irregolarità in materia di lavoro riconducibili a un contesto criminoso ben più ampio e collaudato.
L’analisi della documentazione acquisita ha portato, infatti, alla luce l’esistenza di uno strutturato disegno truffaldino, ideato e realizzato da imprenditori del settore alberghiero, bar e ristoranti. In particolare, gli indagati, tra cui il commercialista pistoiese, dopo aver proceduto all’acquisizione di aziende operanti nel settore ricettivo, anche in luoghi defilati e scarsamente produttivi, simulavano, con falsi impianti contabili, un’elevata operatività delle società stesse. Così potevano giustificare, formalmente, l’assunzione di numerosi lavoratori ai quali sarebbe spettata la prevista assistenza da parte degli enti previdenziali (Inps e Inail), a fronte, tuttavia, di falsi infortuni o lunghi periodi di disoccupazione artatamente ingegnati. E’ stata appurata l’emissione ad hoc di numerosi scontrini fiscali per dimostrare i volumi dei ricavi delle società, la fittizietà dei rapporti di lavoro e, quindi, delle buste paga predisposte per i dipendenti che, nel tempo, sono stati posti alle dipendenze delle entità giuridiche utilizzate per la frode, nonché la messa in scena di finti infortuni sui posti di lavoro. Tra il 2011 e il 2021 sarebbero stati incassati indebitamente 1 milione e 123mila euro, per i quali ora è stato chiesto il sequestro per equivalente a carico delle società indagate.
Il sistema poggiava su un preciso disegno criminoso, che prevedeva l’apertura e la chiusura ad hoc di svariate posizioni IVA, l’assunzione dei medesimi lavoratori con il riconoscimento di alte retribuzioni (mai pagate) e il cambio della sola ragione sociale e del legale rappresentante. Il tutto per incamerare appunto ingenti erogazioni pubbliche per fatti mai avvenuti (ad esempio, gli infortuni falsamente denunciati) e rendere, altresì, difficoltosa la ricostruzione da parte degli organi di vigilanza in caso di controlli. La totalità delle dieci imprese oggetto di indagini è risultata, inoltre, non aver mai provveduto al pagamento di imposte ai fini dell’Iva e delle imposte sui redditi, nonché dei contributi previdenziali.
L’intervento svolto dai finanzieri di Castelnuovo di Garfagnana, in sinergia con gli altri Enti preposti, testimonia l’impegno del Corpo nella serrata attività preventiva e repressiva contro ogni forma di frode, a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche destinate, con importanti sforzi finanziari, alle fasce più bisognose della collettività.
P.Pac.