Manusa, gli scarti tessili diventano capi etici

La bella avventura della cooperativa sociale pistoiese che dà lavoro ai più fragili. Dalle loro mani un piccolo grande "miracolo"

di Gabriele Acerboni

Non sono solo capi di abbigliamento ma intrecci di storie. Da quella che si portano dietro gli scarti di tessuto o i maglioni ormai passati, a quella delle persone fragili, svantaggiate o vulnerabili, che tramite le loro mani creano una nuova vita. Il motto di Manusa “Riparare è una sfida creativa“ non si riferisce solo ai materiali di cui la cooperativa sociale di Pistoia si serve per le sue collezioni, ovvero appunto capi vintage o di scarto di produzione del ciclo industriale. Riparare per loro comporta e implica una visione più ampia, un atto creativo in nome di una manualità che cura (terapeutica) per "prendersi cura" delle persone e restituire loro dignità e valore attraverso il lavoro, tutelando inoltre tecniche artigianali tessili tipiche del territorio quali il lavoro ai ferri, il ricamo, il rammendo e la maglieria. Saperi e maestranze artigianali che rappresentano parte delle eccellenze Made in Italy ad oggi quasi in estinzione.

"Riparare quindi un territorio, la sua comunità ma anche un settore produttivo ed economico, quello dell’abbigliamento – precisa Alice Cappelli, social designer e responsabile produzione di Manusa KnitLab –,favorendo il modello produttivo dell’economia circolare e promuovendo una moda etica e sostenibile da più punti di vista. Manusa KnitLab vede ogni suo capo di abbigliamento, quasi tutti pezzi unici, come un manifesto atto a far riflettere il consumatore su come le sue scelte possono sostenere realtà produttive che vogliono influire sul cambiamento a cui siamo chiamati tutti a rispondere soprattutto in questi ultimi anni. Riparare quindi è per noi un atto creativo per tornare a dare valore alle cose, alle persone, al territorio che le ospita e non meno alle relazioni che si possono costruire operando su tutta la filiera, dalla creazione di un capo fino alla sua vendita".

Il Manusa KnitLab ha presentato la sua nuova collezione “Ri.maglia“ alla città, nei giorni scorsi alla Fortezza59, ma la sua produzione è anche conto terzi. Collaborano attivamente con fashion designer, studenti di varie università di Design e Moda, Brand nazionali e internazionali, enti pubblici e privati. Arrivando a lavorare anche con artisti come Pistoletto e Sandra Tomboloni, e con lo spazio tendenze di Pitti filati dove inoltre hanno avuto il loro stand per tre edizioni.

"Il nostro network internazionale con la produzione per importanti brand e fashion designer – spiega ancora Cappelli – lo dobbiamo alla preziosa collaborazione con Barbara Guarducci, designer e fondatrice di Mending for Good, agenzia di consulenza che si occupa di far dialogare brand dell’alta moda con cooperative sociali del territorio italiano e non solo". Manusa KnitLab vuole riaprire le sue porte a tutti, con corsi e workshop come luogo di formazione e conoscenza per tutto quello che riguarda la produzione artigianale di maglieria, e come punto vendita dove si può entrare direttamente in contatto con gli artigiani che realizzano le loro collezioni.