REDAZIONE PISTOIA

L’addio a Scorcelletti. Chiesa gremita e lacrime

Una cerimonia commossa con tutti gli amici stretti intorno alla famiglia. A salutare Francesco anche i confratelli dell’ordine equestre del Santo Sepolcro .

Un momento dei funerali che si sono svolti ieri

Un momento dei funerali che si sono svolti ieri

PISTOIA

Un’intera comunità ieri pomeriggio ha gremito composta e commossa la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in piazza dello Spirito Santo, per partecipare all’ultimo saluto a Francesco Scorcelletti, scomparso per una malattia domenica 22 settembre all’età di 62 anni. A stringersi attorno alla famiglia, alla moglie Anna e ai giovani figli Amedeo e Frida, tutta la sfera di legami che Scorcelletti aveva intessuto grazie alla sua personalità affabile e sensibile fin dai tempi in cui frequentò il liceo Forteguerri, poi nella sua attività professionale di farmacista nella farmacia di Porta al Borgo che porta il nome di famiglia, e nel mondo della musica e del teatro, sua grandissima passione. Era infatti un apprezzato attore, soprattutto nei ruoli di testi classici, che sapeva interpretare con fine eleganza. Tra i presenti alla messa funebre anche tanti appartenenti al mondo della scuola, colleghi della moglie insegnante di musica e organista, oltre ai numerosi giovani amici dei figli. Ad accompagnare nell’ultimo viaggio Francesco Scorcelletti con la preghiera in chiesa i confratelli dell’ordine equestre del Santo Sepolcro, di cui lui stesso aveva fatto parte.

Una celebrazione intensa e sentita, culminata con l’omelia di monsignor Umberto Pineschi che ha voluto condividere con i presenti la meditazione con cui aveva assistito nella preghiera l’uomo nei suoi ultimi giorni di vita, sempre sostenuto dalla fede profonda e sincera. "Francesco si è preparato con me al passo estremo, ha affrontato tutto a occhi ben aperti, con lucidità e consapevolezza – ha detto l’anziano Monsignore, ricordando i momenti salienti, la confessione, la riflessione sui passi del Vangelo in cui Cristo pur soffrendo si offre in sacrificio, l’eucarestia ricevuta fino all’ultimo. "Sia fatta la tua volontà Padre – ha citato Monsignor Pineschi – al dolore di dover abbandonare i suoi affetti, i figli e la moglie, così presto, quando ancora avrebbe voluto dividere una parte di cammino al loro fianco, si è unita la consapevolezza che si stava facendo la volontà del Signore".

Al termine della messa dall’altare due confratelli dell’ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro hanno voluto ricordare il percorso insieme, i pellegrinaggi, i momenti di preghiera e tutto l’affetto che li legava all’amico fraterno, dal carattere sensibile e dalla fede incrollabile. "A Dio, caro Francesco" ha concluso il confratello, prima di accompagnare, con gli altri cavalieri la bara a spalla all’uscita dalla chiesa.

Daniela Gori