ALESSANDRO BENIGNI
Cronaca

La rete criminale. De Simone, Lehmann e le società collegate: "Un vincolo stabile"

Dalle carte emergono i primi particolari dell’inchiesta di Venezia. L’arresto del patron tedesco e del garante, il ruolo di Vecchione e Omav . Il gip sull’ex Trapani: "Indifferente ai moniti dell’autorità giudiziaria".

La rete criminale. De Simone, Lehmann e le società collegate: "Un vincolo stabile"

La rete criminale. De Simone, Lehmann e le società collegate: "Un vincolo stabile"

"Ha mostrato di essere totalmente indifferente a qualsiasi monito dell’autorità giudiziaria". Scrive questo, il gip Mara Mattioli di Roma, nel motivare l’esigenza cautelare della custodia in carcere per Maurizio De Simone, ’patron’ dell’Us Pistoiese e ’garante’ del trust Orange, arrestato a seguito dell’indagine della guardia di finanza sulla maxi-frode milionaria relativa a fondi Ue e Pnrr. Con lui arrestate altre ventitrè persone tra cui Stefan Lehmann, l’imprenditore tedesco che rilevo la società arancione nel 2022 per poi cederla, un anno e mezzo dopo allo stesso De Simone. Arresti domiciliari, invece, per quattordici soggetti tra cui Omar Vecchione, altra vecchia conoscenza della Pistoiese: era infatti a capo della società di servizi Omav (anche se, secondo gli atti, l’amministratore di fatto era sempre De Simone). E proprio la Omav, unitamente ad altre società legate alle vicende arancioni come Digimark, Omega e Ayme Group (tramite le quali Lehmann rilevò la Us dalla famiglia Ferrari), è ampiamente coinvolta nella maxi-inchiesta delle fiamme gialle di Venezia congiuntamente a vari nuclei speciali, culminata con le richieste di misure cautelari formulate dal Procuratore Europeo delegato dell’ufficio di Venezia, Donata Costa, nonché con sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro. Le attività di frode attribuite al sodalizio criminale, lo ricordiamo,hanno riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro legati al Pnrr, ma anche la creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (Ace).

Tra gli indagati Lehmann risulta avere un ruolo di primo piano nell’organizzazione, definito nelle carte come "capo promotore dell’associazione e riciclatore del profitto del reato", mentre per De Simone si parla di "soggetto partecipe dell’associazione a delinquere, procuratore della Des Group (tramite la quale avrebbe ottenuto oltre 29 milioni di crediti di bonus facciate, di cui oltre 7 ceduti a terzi per una monetizzazione di quasi 5 milioni di euro, ndr) e amministratore di fatto della società Omav". Insomma, secondo la ricostruzione degli inquirenti Lehmann e De Simone facevano parte della medesima organizzazione criminale e con ogni probabilità hanno studiato di comune accordo l’ingresso nell’Us Pistoiese nel gennaio del 2022. Prima con l’arrivo dell’imprenditore tedesco, con De Simone ’nascosto’ nelle vesti di dipendente amministrativo della società di servizi Omav; poi con l’uscita di scena di Lehmann e il subentro in prima persona dell’attuale ’patron’ avellinese, attraverso il trust Orange.

Per la Procura, appare evidente "la sussistenza di un vincolo stabile tra gli indagati, risultati essere sempre disponibili a cooperare per l’attuazione del comune programma delinquenziale", sempre con il medesimo modus operandi. Nelle svariate pagine di intercettazioni, secondo gli inquirenti, emergerebbero dei riferimenti anche a Rino Caruso, ex direttore generale della Us Pistoiese con Lehmann, ma già a fianco di De Simone nell’esperienza al Trapani Calcio. Gli sportivi lo ricorderanno per il celebre "Salveremo la Fermana", durante la sua presentazione. Anche il nome della Pistoiese appare più volte nelle carte, pur senza evidenziare un collegamento diretto alle attività criminose. Siginificativo, però, che nel 2022 De Simone avrebbe ottenuto dalla Società Simest 150mila euro di fondi legati al Pnrr, grazie a un bando per imprese. L’impresa da lui amministrata avrebbe percepito questi fondi, mai impiegati e poi ceduti (con passaggi tracciati nell’indagine) ad un’altra società che a sua volta li avrebbe girati all’Us Pistoiese.

Quanto alle esigenze cautelari, per la Procura sussiste il concreto ed attuale pericolo di fuga e di inquinamento probatorio sia per quanto riguarda Lehmann, che pur risultando ancora residente a Pistoia "dimora prevalentemente all’estero, ove ha disponibilità di denaro e gestisce attività impenditoriali", sia per quanto riguarda De Simone, "in ragione del ragguardevole numero di atti rogati per le diverse società coinvolte e della riconducibilità allo stesso anche alla società Des Group", nonché per aver continuato a delinquere "anche durante la sottoposizione a misure cautelari non detentive, mostrando così di essere totalmente indifferente a qualsiasi monito dell’autorità giudiziaria". De Simone, attualmente detenuto nel carcere di Santa Caterina a Pistoia, risulta infatti, essere stato sottoposto dal giugno 2021 a misura cautelare non detentiva dal Gip di Trapani, periodo nel quale secondo il Gip di Avellino avrebbe commesso delle "truffe aggravate ai danni dell’erario relative al ’bonus facciate’". Quanto alla Omav, il Gip ha disposto il sequestro impeditivo delle quote della società in quanto "la libera disponibilità delle stesse potrebbe aggravare le conseguenze dei reati ancora in atto o agevolare la commissioni di ulteriori reati". La stessa Omav, in particolare, "oltre ad essere il principale collegamento tra tutte le truffe ai danni di Simest, è coinvolta anche in altre indagini".