
Visita in anteprima alle opere dell’artista francese in "Fare, Disfare, Rifare". Sarà aperta al pubblico fino al ventisette luglio, a palazzo Buontalenti. La direttrice Preti: "L’arte come processo che si rinnova costantemente".
di Gabriele AcerboniPISTOIAChi è passato in questi giorni da piazza Duomo si sarà certo accorto che qualcosa è cambiato sulla facciata dell’Antico Palazzo dei Vescovi. Quei drappi a strisce bianche e nere che ondeggiano al ritmo dell’aria sono una delle creazioni esclusive, e caratteristiche, che l’artista internazionale Daniel Buren ha voluto realizzare in città. Da oggi al 27 luglio infatti, Palazzo Buontalenti a Pistoia ospita "Daniel Buren. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025". L’iniziativa è realizzata da Fondazione Pistoia Musei e Fondazione Caript, in collaborazione con Galleria Continua, con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in ltalia, della Regione Toscana, del Comune di Pistoia; con la main partnership di Intesa Sanpaolo e la partnership di Conad Nord Ovest. "Questa mostra segna una tappa significativa nella vita culturale della nostra comunità e rappresenta per Fondazione Caript - ha detto il suo presidente Luca Gori - un’ulteriore sviluppo dell’impegno a rendere l’arte un bene sempre più diffuso e accessibile. È un percorso nel quale le realizzazioni di arte ambientale hanno avuto un ruolo centrale e i cui esiti, oggi, sono costitutivi dell’identità del nostro territorio". La rassegna, appunto, è in collegamento con gli interventi di Buren realizzati nel pistoiese negli anni duemila, come Muri Fontane a tre colori per un esagono (2005-2011) nel parco di Villa La Magia a Quarrata, gli interventi cittadini all interno del Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia ex Ceppo (2005) e La Cabane Eclatée aux Quatre Salles (2005) nella Collezione Gori - Fattoria di Celle a Santomato.
L’esposizione attuale indaga come l’artista francese, nato a Boulogne-Bilancourt (Parigi) nel 1938, trasforma gli spazi architettonici attraverso l’uso delle forme, dei colori e dei materiali, creando un dialogo tra arte e ambiente. Il percorso articolato in dodici sale e nella corte interna di Palazzo Buontalenti, propone una selezione di dieci opere pittoriche eseguite tra il 1965 e il 1966, due Cabane del 1985 e del 2000/2019, tre altorilievi recenti, oltre a una sala dedicata ai disegni progettuali di interventi realizzati in Toscana e lavori appositamente creati/ricreati per Pistoia, concentrando la mostra sul legame di Daniel Buren con I’Italia e la Toscana. Di passaggio nella corte interna di palazzo Buontalenti un’altra delle opere esclusive, "Découpé/Étiré", ripresa inedita di un lavoro in situ del 1985. La struttura si propone come un gioco prospettico e consiste "in una serie di portici che - spiega Buren, che oggi sarà insignito della cittadinanza onoraria in occasione dell’inaugurazione della mostra - come bambole russe, possono essere incastrati uno nell’altro dal più grande a/ più piccolo, per formare un unico piano. Ed proprio questo piano che, una volta ‘tagliato’ in pezzi, può dispiegarsi ed ‘estendersi’ a piacimento, o quasi".
Camminando nello sdrucciolo della chiesa di San Jacopo in Castellare è possibile vedere un altro intervento: "Dalla terrazza alla strada: livello", esperienza visiva inedita per lo spettatore. "Il titolo della mostra - Fare, Disfare Rifare - è una vera e propria dichiarazione di intenti - sottolinea Monica Preti, Direttrice Generale di Fondazione Pistoia Musei -. Buren invita a ripensare il concetto di opera d’arte non come un oggetto statico ma come un processo, un’azione che si rinnova costantemente. Come si può ripercorrere la carriera di un’artista che ha sempre concepito le sue opere come inseparabili dal contesto in cui sono nate? Buren risponde a questa sfida con un approccio radicale: anziché raccogliere opere preesistenti, le ri-crea, le trasforma, le ri-fà, sapendo che ri-farle significa inevitabilmente anche dis-farle".