
Ci sarà, con tutti gli onori del caso, anche la centrale Cross di Pistoia, alla cerimonia in programma domani al Quirinale. Il presidente della Repubblica Mattarella conferirà la medaglia d’oro al valor civile al Dipartimento nazionale della Protezione civile per l’attività svolta per oltre due anni durante l’emergenza covid. Con in testa la Cross di Pistoia, appunto: una struttura di eccellenza, che opera dal 2016 proprio per conto della prociv: una delle due uniche strutture del genere presenti in Italia (l’altra è a Torino) e che operano a livello nazionale ed internazionale. Professionisti abituati a lavorare a testa bassa, guidati da Piero Paolini, direttore della centrale Cross a Pistoia. Sarà proprio lui, appena rientrato dall’Armenia, dove si è occupato dell’evacuazione sanitaria di cinque pazienti, a incontrare il presidente Mattarella a Roma.
Dottor Paolini, è partito sabato mattina in aereo da Pisa rientrando domenica con cinque feriti gravi a bordo. Una missione impegnativa…
"Senza dubbio, soprattutto perché si è trattato di una missione lunga quasi trenta ore intervallata da una brevissima sosta in aeroporto. Giusto il tempo per imbarcare i feriti e riportarli in Italia, da dove sono stati smistati negli ospedali del nostro Paese: un grande lavoro di coordinamento da parte della centrale Cross".
Era l’unico pistoiese della spedizione?
"No, insieme a me c’era anche l’infermiere Guido Bruschi, col quale ho condiviso questa difficile missione. E altri tre toscani: il dottor Andrea Nicolini (direttore della centrale operativa Alta Toscana), l’infermiere Andrea Benedetti (118 Massa) e Samuele Pacchi (coordinatore infermieristico centrale operativa 118 Arezzo)".
Un’emergenza, quella legata all’Armenia, che non accenna a fermarsi…
"E infatti abbiamo da poco ricevuto un’ulteriore richiesta relativa alla ricerca di personale sanitario da inviare sul posto".
Oggi l’Armenia, pochi giorni fa la Libia. Questi interventi sono sempre più frequenti.
"Sì, e temo che lo saranno sempre di più. La situazione geopolitica si sta complicando in maniera esponenziale nell’ultimo periodo e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti".
Qual è stato l’impegno della centrale Cross per l’emergenza legata all’alluvione in Libia?
"Ci siamo occupati della ricerca e dell’invio di personale sanitario che si occupasse del dispositivo di soccorso del nostro personale impegnato là. Medici e infermieri esperti di pronto soccorso o di elisoccorso che hanno fatto base per alcuni giorni sulla nostra nave San Giorgio, a disposizione in caso di emergenza".
Cosa le hanno raccontato?
"Di aver visto montagne di cadaveri: in mare, sulle case, sulle spiagge. Immagini che non dimenticheranno. Inoltre, di ritorno in Italia, hanno salvato la vita a un fuciliere del San Marco colpito da un infarto. Grazie al loro intervento è stato soccorso immediatamente e poi trasferito in elicottero all’ospedale di Grottaglie".
Per il terremoto in Marocco, invece, nessuna attivazione.
"No, abbiamo dato immediatamente la nostra disponibilità ma, come avete avuto modo di leggere anche sui giornali, il governo marocchino ha ritenuto di non accettare l’offerta del governo italiano".
In un periodo come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da una cronica scarsità di personale sanitario, non dev’essere facile trovare sempre medici e infermieri pronti a partire…
"Esatto: è molto difficile. Per fortuna le nostre ricognizioni sono a livello nazionale e quindi finisce che chiediamo, ad esempio, l’intervento di un medico lombardo e di un infermiere campano. E questo crea meno ‘scompensi’ sulle rispettive aziende sanitarie di appartenenza".
Dottor Paolini, domani ha un incontro particolare…
"Già. Sono stato invitato al Quirinale per la consegna della medaglia d’Oro alla Protezione civile".
Incontrerà il presidente Mattarella. Emozionato?
"E chi non lo sarebbe? Non si incontra il capo dello Stato tutti i giorni. Anzi. E sono ancor più orgoglioso perché non lo incontra il dottor Paolini in quanto persona, ma in quanto rappresentante di una squadra di persone fantastiche che ogni giorno svolgono il loro lavoro nel modo migliore possibile, mettendoci tutto l’impegno del quale sono capaci. Ecco, questo per me è motivo di grande orgoglio".
Davide Costa