REDAZIONE PISTOIA

"La bolletta energetica è triplicata Lottiamo per tenere i dipendenti"

Anche il panificio Coppini in difficoltà. La titolare: "Paghiamo 2900 euro, prima non superavamo gli 800. Temiamo che queste cifre diventino strutturali, allora sarebbe davvero un problema resistere ancora"

Era uno dei timori maggiori legato al caro bollette delle aziende, ovvero che a pagare il conto, alla fine, fossero i dipendenti. Uno scenario che rischia di essere sempre più concreto. Già nei giorni scorsi l’associazione di categoria Assipan aveva lanciato un allarme, denunciando l’estrema difficoltà dei panifici artigianali piccoli e medi a far fronte all’esplosione dei costi energetici. Adesso una conferma arriva anche da Linda Lenzi, titolare insieme a Stefano Coppini del panificio Coppini di Agliana.

"Difficile dire per quanto tempo riusciremo ad andare avanti – racconta –. Le bollette sono impazzite, siamo passati in pochi mesi da 7-800 euro al mese ai 2.900 euro attuali. Arrivati al momento di fare i conti ci siamo resi conto che la coperta è diventata corta. Troppo corta. In questo momento non siamo in grado di capire per quanto tempo riusciremo a ‘tenere botta’ senza dover intervenire in maniera radicale sulle spese. A partire da quelle del personale". Lenzi racconta che il timore maggiore è che il caro energia diventi strutturale. Se ci aggiungiamo che la ripartenza di settembre dopo la chiusura di agosto è tradizionalmente difficile e che i postumi della crisi legata alla pandemia sono tutt’altro che alle spalle, il quadro è completo. Sono quattro i dipendenti del panificio Coppini ("ma preferisco definirli collaboratori, del resto condividiamo larga parte della giornata", ci tiene a precisare Linda Lenzi), tutti a tempo pieno.

"E vorrei che rimanesse tutto così – aggiunge Lenzi –, sia in termini di orario di lavoro che di numero di persone. Proprio perché ci consideriamo una squadra, abbiamo deciso noi titolari per primi di tirare la cinghia e ridurre il nostro corrispettivo. Speriamo che la ripartenza delle scuole ci aiuti e che, chi di dovere, si muova per arginare questi spaventosi rincari. In questi giorni abbiamo avuto modo di parlare con le persone che lavorano con noi e abbiamo spiegato le difficoltà dell’azienda. D’altra parte conosciamo bene le loro storie: c’è chi ha figli piccoli e chi ha appena acceso un mutuo per la casa. Ecco perché cercheremo di resistere finché ci sarà possibile. Siamo in una fase di attesa nella quale bisogna mantenere i nervi saldi: per prima cosa aspettiamo la prossima bolletta, per capire se le cifre resteranno queste o no. Certo, se la situazione non dovesse migliorare, serviranno soluzioni più drastiche per ridurre le spese. Ma andare a toccare i dipendenti, per noi, sarebbe davvero l’ultima spiaggia. E il fatto che questa situazione generale non dipenda minimamente da noi contribuisce a farci sentire ancora più impotenti".

Davide Costa