Dirigente sportivo morto, i dubbi sull’incidente

Pistoia, resta da chiarire la dinamica dello schianto in cui ha perso la vita Gianluigi Parenti

La scena dell'incidente e, nel riquadro, la vittima

La scena dell'incidente e, nel riquadro, la vittima

Pistoia, 5 marzo 2024 – E’ ancora tutta da chiarire la dinamica del tragico incidente in cui ha perso la vita Gianluigi Parenti, 74 anni, originario di Modena e residente a Signa, noto dirigente del mondo del ciclismo. E mentre il lutto si diffonde in tutto l’ambiente sportivo toscano, gli inquirenti stanno cercando di capire cosa possa essere accaduto nel tardo pomeriggio di domenica 3 marzo, alle 19.30, sulla Statale 66 Modenese, poco dopo l’abitato di Cireglio, in direzione Pistoia. L’unica cosa certa, per il momento, è che non ci sono altri mezzi coinvolti. Proseguono quindi gli accertamenti da parte della polizia municipale, intervenuta domenica sera per i rilievi, sotto la direzione del sostituto procuratore Luisa Serranti. Probabilmente sarà disposta l’autopsia il cui esito potrebbe chiarire la dinamica di questa tragedia.

Parenti, da quanto abbiamo appreso, era da solo alla guida della sua Mercedes che, per cause al momento ignote (non si esclude il malore), si è schiantata prima contro il muretto di una casa e poi è finita contro una vettura in sosta, danneggiandola seriamente. Eppure, fino a poco prima, stava tornando a casa con la moglie Anna Lemmi, che lo affiancava sempre, lei come presidentessa e lui come direttore sportivo e team menager, nella gestione della squadra dilettanti Etruria Team Sestese, appena presentata. I due coniugi stavano tornando a casa. Per cause da accertare, la donna sarebbe scesa poco prima della tragedia e l’uomo avrebbe proseguito per poi schiantarsi senza scampo a breve distanza. Non si sa se all’origine di quella fermata ci sia stato un litigio.

Sembra poi che la donna abbia chiesto un passaggio parandosi davanti a un automobilista che stava sopraggiungendo per ritrovarsi, poco dopo, davanti alla terribile scena. Parenti era riverso nell’abitacolo della Mercedes, senza cinture e con ferite devastanti. C’è poi un’altra versione circolata ieri, ma anche questa in attesa di conferma: marito e moglie si sarebbero fermati per un bisogno fisiologico, la vettura però, non del tutto frenata, si sarebbe mossa in discesa e Parenti, correndo, l’avrebbe raggiunta per risalire a bordo, ma senza riuscire a riprenderne il controllo e finendo tragicamente contro il muro e contro la vettura in sosta. Inutile ogni tentativo di soccorso da parte delle squadre mentre la moglie di Parenti, in stato di shock, ma del tutto illesa, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo.

l.a.