REDAZIONE PISTOIA

In crociera con la Maic "Un sogno di inclusione che è diventato realtà Un piccolo miracolo"

di Lucia Agati

PISTOIA

Il cuore la porta sempre lì, dove ha trascorso, da fisioterapista della riabilitazione di adulti e bambini, più di quarant’anni della sua vita. E anche lei, da volontaria, è salita a bordo della nave da crociera che è stata teatro di una esperienza unica: il viaggio nel Mediterraneo con i ragazzi e le ragazze della Maic. La vita di Piera Baronti si è intrecciata fin dalla giovinezza con le persone seguite da quella che un tempo era l’Aias e oggi è la Fondazione Maria Assunta in Cielo e il cui ultimo fiore all’occhiello è stata proprio quella incredibile crociera. Piera, sorella di don Piergiorgio, parroco di Bottegone, e di Orfeo, è nata a Stazione di Montale Agliana il 30 giugno del 1945. Diplomata all’Atto Vannucci lavorò per cinque anni all’ufficio acquisti della Poltronova dove conobbe Ceroli, Sottsass ("che arrivava con le cavigliere con i campanellini"), e Gae Aulenti. Ma il suo desiderio più grande era prendersi cura degli altri e così quando seppe, dal direttore Tito Caselli, che all’Aias cercavano personale, si presentò, per poi laurearsi al Rizzoli, a Bologna, in riabilitazione. Tra le sue mani anche i bambini con malattie rare che erano stati seguiti al Bambin Gesù. Ha tre figli: Marco Guardincerri, architetto, che lavora a Londra nello studio fondato da Zaha Hadid, Luca, manager nel settore economico e Marta che vive e lavora a Barcellona, nella pubblicità.

Quando è iniziata questa straordinaria avventura?

"Nel 1971, in San Pietro, con il primo gruppo fondato da Adriano Milani Comparetti, neuropsichiatra e pediatra, fratello di Don Milani. E fu lì che conobbi Attilio Guardincerri che divenne mio marito nel 1974. E il primo esperimento, nel ’71, fu entrare con i nostri ragazzi nella spiaggia di tutti, alla Palazzetta e poi a Fiumetto, quando negli occhi degli altri leggevamo lo sconcerto. E’ una storia molto bella che è stata animata dal desiderio di fare sempre di più per cercare l’autonomia e dove la riabilitazione porta all’inclusione, ed è questo che ci ha condotto, nel tempo, a fare nostro il progetto di pedagogia itinerante. Nel Sessantesimo della Fondazione abbiamo pensato di offrire ai genitori e ai loro ragazzi questa magnifica occasione".

Quanti eravate sulla nave?

"Duecentoventi tra genitori, ragazzi, personale, educatori e assistenti. La cosa grandiosa è stato entrare con 50 carrozzine in una realtà, quella della nave, di seimila persone. Ci si poteva aspettare distacco, invece c’è stato un coinvolgimento incredibile e il personale di bordo è stato fantastico".

Vi siete divertiti?

"Gioia e divertimento sono stati una costante: ho visto i ragazzi in carrozzina ballare con l’aiuto degli operatori e dei volontari. Ho visto grandi sorrisi sui volti dei più gravi, ho visto emozioni travolgenti in questo ambiente ricchissimo di stimoli, mentre terapisti ed educatori continuavano, a bordo, la loro opera quotidiana di cura e ho visto la grande soddisfazione dei genitori, molto felici di vedere i loro ragazzi così partecipi nelle occasioni di tutti. Sono nate amicizie anche tra famiglie che non si conoscevano prima. Un piccolo miracolo".

Potremo vedere le immagini?

"Con noi c’erano gli operatori di Tv2000. Hanno circa 70 ore di girato che proporranno in un filmato a settembre. Per me è stato come tornare indietro nel tempo, quando l’inviata di Famiglia Cristiana, Maria Grazia Cucco, ci raggiunse al bagno Il Tirreno e raccontò la nostra esperienza sulla spiaggia di tutti. Il settimanale ci dedicò la copertina e il titolo fu “L’estate più bella“".

Lei come si è sentita?

"Sono stata così contenta. E’ stata una esperienza che mi ha dato tanto. Ho vissuto questa crociera con emozione, e l’obiettivo è stato centrato in pieno: possiamo, e dobbiamo, portare i ragazzi e le loro famiglie nella vita di tutti".

Alcuni momenti più belli?

"Partiti da Genova siamo scesi a a Napoli e abbiamo fatto la prima escursione a Sorrento. Abbiamo visitato la fabbrica del limoncello, poi a Malta. Siamo scesi alla Valletta dove monsignor Pineschi ha detto messa così come a Barcellona, nella cripta della Sagrada Familia, che è bellissima. A Barcellona i ragazzi sono saliti per la prima volta in metropolitana".

In quarant’anni tante cose sonno cambiate...

"Io l’ho vissuto il tempo dell’isolamento, quando queste persone venivano tenute in casa, e me lo ricordo bene il tempo in cui non ci volevano sulla spiaggia, e quando l’accesso al bagno fu conquistato da Luigi Bardelli. Quindi questo viaggio per me è stato un sogno".

Le manca Attilio?

"Siamo stati sposati soltanto diciannove anni poi la vita mia e dei miei figli, si è divisa in due in un minuto, prima e dopo di lui. Abbiamo condiviso tutto, anche gli esordi di Tvl, accanto a Luigi Bardelli. Qualche volta ho preso anche gli appunti per il notiziario. Attilio ci ha lasciato una grande testimonianza di impegno, di solidarietà e di attenzione ai più fragili".