"Il Pacini è in zona particolarmente disagiata"

Il riconoscimento della Regione è arrivato. I sindaci: "Un passo avanti atteso da anni, ma il cronoprogramma è molto in ritardo".

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SAN MARCELLO PITEGLIO

Il Piot Pacini di San Marcello è stato dichiarato "ospedale in zona particolarmente disagiata". Il riconoscimento, atteso da tanti anni in montagna, è arrivato con una delibera approvata il 13 luglio dalla giunta regionale, otto mesi dopo la mozione varata all’unanimità dal consiglio. L’atto dell’esecutivo, passato stranamente in sordina, non riguarda in modo specifico il Pacini, ma una ben più ampia ’Programmazione della rete ospedaliera in conformità degli standard previsti dal Dm 702015’, meglio conosciuto come ‘Decreto Balduzzi’ a cui, in tutti questi anni di battaglie, le associazioni e le amministrazioni comunali della montagna pistoiese si sono appellate per chiedere un vero pronto soccorso. "Un passo avanti, atteso da decenni – commenta il sindaco di San Marcello Piteglio, Luca Marmo –. Manca, al momento, una pianificazione chiara delle implementazioni da attivare e del percorso per arrivare al modello operativo che ne consegue. Sarà mia cura, già dai prossimi giorni, attivarmi per condividere un percorso con la Regione e la Asl: ritengo che il tavolo tecnico già esistente sia lo strumento migliore". Entusiasmo dal primo cittadino di Abetone Cutigliano, Diego Petrucci: "La delibera della giunta regionale fa seguito alla firma del protocollo con i nostri Comuni e la Ausl, dove era scritto chiaramente di andare in questa direzione". Ma proprio sull’attuazione del ‘protocollo Rossi’ i due sindaci denunciano ritardi. "Sono molto deluso poiché quel cronoprogramma non è rispettato – tuona Petrucci – e non si accampi la scusa del Covid, come la Ausl ha tentato di fare nel tavolo tecnico di mercoledì. La sala operatoria, ad esempio, doveva essere pronta entro fine marzo: quando è arrivato il Covid, sarebbe dovuta mancare giusto l’imbiancatura, invece non c’è ancora in progetto esecutivo approvato. Per non parlare dei medici 118, che anziché raddoppiati, sono calati da 6 a 5. La Regione ha assunto in via straordinaria per il Covid 400 medici; finita l’emergenza, se ci fosse stata la volontà politica di rispettare quel protocollo, almeno due poteva destinarli a San Marcello". "Del tutto deludente – fa eco Marmo – il paventato potenziamento dell’emergenza-urgenza. L’attivazione del servizio di chirurgia slitta di quasi un anno. E slitta, purtroppo, anche l’acquisto della nuova Tac. Vogliamo un nuovo cronoprogramma e una visione di prospettiva". Marmo, poi, annuncia invece che, fra gli impegni del protocollo, sono divenuti operativi: "l’infermiere di famiglia, le cure palliative, il day service oncologico, oltre ai servizi ambulatoriali di reumatologia, endocrinologia e diagnostica vascolare, parzialmente attivati".

Elisa Valentini