Anche il vescovo a Cracovia: "Una bella risposta della diocesi"

Tardelli: "Facciamo tesoro dell'esperienza nella vita di tutti i gioni"

Pistoiesi a Cracovia

Pistoiesi a Cracovia

Pistoia, 29 luglio 2016 - Ci sono ingegneri e baristi, studenti e lavoratori. Arrivano da Pistoia, ma anche da Agliana e Quarrata. Prima della partenza non si conoscevano, ma adesso stanno vivendo la Giornata mondiale della gioventù, assieme. E sono tanti, 110, compresi alcuni sacerdoti e suore, come accompagnatori. A raccontare questa avventura Don Cristiano D’Angelo, che sta documentando l’intero viaggio anche su Facebook. «Siamo partiti domenica scorsa – dice – abbiamo fatto tappa in diversi centri importanti, come Auschwitz e Birkenau. Lì ci siamo resi conto della potenza del male, ma anche della forza del bene. Sono luoghi che ci hanno ricordato che la fede si oppone a tutte le guerre. Poi abbiamo partecipato alla messa di apertura dedicata a tutti gli italiani, saremo stati oltre centomila».

A quanto pare sono giorni belli, fatti anche dell’incontro con il nostro vescovo, Fausto Tardelli, che è volato a Cracovia ed ha incontrato tutti i pistoiesi. «Sono contento della risposta che c’è stata da Pistoia – ha detto – contando tutti, saremo oltre ducento, tra giovani, sacerdoti, accompagnatori. E’ una bella risposta della nostra diocesi, questa esperienza ci darà forza ed energia per continuare il nostro buon operato, una volta rientrati nella nostra realtà locale. Sono contento di avere incontrato tutti i gruppi, camminare assieme vuol dire pace e comprensione, non odio e violenza». Il riscontro coi fedeli c’è stato. «Abbiamo incontrato il nostro vescovo – dice ancora Don Cristiano – ci ha esortati a vivere al meglio queste giornate così impegnative, trasmettendoci un messaggio di pace». Ieri pomeriggio hanno partecipato tutti alla cerimonia di accoglienza del Santo Padre, un’emozione intensa. «L’accoglienza a Cracovia è fantastica – chiude –, molti di noi dormono in una scuola, a sessanta chilometri di Cracovia, le ragazze invece hanno trovato alloggio in molte famiglie che le hanno accolte come figlie».