Terza assemblea dedicata al viadotto sul torrente Maresca, e anche questa finita con una fumata grigia: nessuna data certa ma tante buone intenzioni. Presenti, assieme al presidente della Provincia Luca Marmo la geometra Beatrice Topazi e l’ingegnere Marco Gori. "Domani (oggi per chi legge) – ha detto il presidente Marmo – la Edilpontina, che deve effettuare i lavori, sarà negli uffici della Provincia e verrà decisa la data d’inizio dei lavori. Dureranno circa quattro mesi, appena finiti, la strada verrà riaperta al traffico e inizieranno quelli alla parte sottostante, senza che ci siano limitazioni alla circolazione. Questa mattina (ieri), i progettisti hanno chiuso le tre fasi finali della progettazione perché, come vi dicevo l’altra volta, l’opera è slittata in tre fasi successive. Siamo concentrati sulla prima che è quella che ci consente di rimettere la ditta a lavorare nel cantiere. Gli appalti per i lavori alla zona sottostante verranno conclusi mentre quelli soprastanti sono in corso, in modo da non produrre ulteriori disagi". Numerosi gli interventi da una sala affollata nonostante la convocazione non fosse stata diffusa in modo capillare.
Andrea Tonarelli, consigliere provinciale di minoranza, ha ribadito le difficoltà per le attività del paese, nonostante lo sforzo enorme fatto da tutta la cittadinanza, il bisogno di ristori e, purtroppo, la convinzione che fino a settembre il ponte non riaprirà.
Lucia Leonessi, a nome di Confcommercio, ha chiesto alle istituzioni di fare chiarezza sottolineando quanto le attività siano state penalizzate. Poi, dalla platea, è emerso chiaramente il baratro che c’è tra amministrazioni e paese reale, particolarmente spiegato con lucidità e passione da Pierluigi Cinotti e Giampiero Filoni: "Avete perso il senso dell’urgenza, il vostro è un comportamento inaccettabile. Come passa il tempo passate anche voi". Oppure: "Non siete più credibili, fate come Berlusconi con il ponte sullo stretto di Messina, dopo trent’anni se ne continua a parlare". Fino a ribadire quanto la questione abbia un impatto sociale, e che se non si è in grado di fare il lavoro necessario è meglio chiudere la Provincia.
Carlo Vivarelli ha ribadito l’intenzione di dare origine a una class action e richieste danni. Infine una lunga sequenza di lavori non fatti e disservizi vari che l’infinita storia del viadotto ha fatto emergere con ancora maggior forza. Per quanto riguarda Maresca, la sintesi con cui si sono conclusi i lavori è che di riapertura del viadotto se ne parla dopo l’estate e che tra cittadini e istituzioni ormai c’è un vuoto difficile da colmare.
Andrea Nannini