REDAZIONE PISTOIA

Fondazione Marino Marini. Il Consiglio di Stato rinvia ancora. Se ne riparla a primavera 2025

Prima di un pronunciamento definitivo, si aspetta di conoscere cosa deciderà il Tribunale Amministrativo . Deve valutare la legittimità o meno dello scioglimento deciso con assoluta convinzione dalla prefettura.

Il prefetto di Pistoia, Licia Donatella Messina, con il commissario straordinario Raffaele Ruberto

Il prefetto di Pistoia, Licia Donatella Messina, con il commissario straordinario Raffaele Ruberto

PISTOIA

Un rinvio ulteriore e stavolta non per difetto di documentazione, acquisita integralmente, ma per un fatto: "La pacifica pendenza innanzi al Tar della Toscana del riscorso avverso al provvedimento prefettizio di scioglimento degli organi della Fondazione induce ad attendere la decisione del ricorso". Ovvero: prima di un pronunciamento ulteriore e definitivo, il Consiglio di Stato si riserva di conoscere cosa deciderà il Tribunale Amministrativo sulla legittimità o meno dello scioglimento della Fondazione Marino Marini di Pistoia, per via dell’evidente connessione tra ricorsi. Nessuna novità sostanziale insomma a cambiare le sorti della vicenda giudiziaria dell’ente intitolato al maestro Marini, ma un ulteriore "limbo" che allunga ancora fino alla primavera del 2025 – con un primo step a febbraio, quando sembra il Tar debba pronunciarsi sul commissariamento - il termine della lunga querelle e che impedisce in sostanza di mettere un punto a quello che agli occhi dei cittadini è diventato un inspiegabile garbuglio. Proviamo allora a sciogliere nel modo più semplice possibile la sequenza di nodi, cominciando dalle parti coinvolte. Che sono due, Carlo Ferdinando Carnacini, ex presidente della Fondazione Marini di Pistoia, e Prefettura di Pistoia che, come stabilisce il nostro Codice Civile, ha responsabilità di controllo e vigilanza sulle fondazioni.

Sul tavolo ci sono in particolare delle delibere prodotte dal vecchio cda della Fondazione e i rispettivi annullamenti decisi dai prefetti di Pistoia che si sono susseguiti negli anni. Sono tre i noccioli della contestazione, formalizzati in ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica proposti dai legali di Carnacini: il primo riguarda la nomina diretta dell’organo di controllo da parte del vecchio cda della Fondazione, il secondo la modifica dello statuto della Fondazione, il terzo l’iscrizione al registro unico nazionale del terzo settore. Il dito dell’ex vertice della Fondazione è puntato nei primi due casi contro la Prefettura, nel terzo contro la Regione Toscana. Infine il Consiglio di Stato, che dopo una serie di richieste di integrazioni, attese e rinvii, ancora oggi si trova in una condizione di impossibilità a pronunciarsi proprio per la fitta rete di azioni che sono state attivate intorno alla vicenda.

"Si dispone – si legge nel documento con le decisioni dello scorso 16 ottobre pubblicato due giorni fa – che la Prefettura monitori la pendenza del ricorso al Tar Toscana e trasmetta a questa Sezione copia della sentenza che sarà emessa, previa comunicazione della stessa alla Fondazione ricorrente, anche affinché quest’ultima possa immediatamente rappresentare il permanere o meno dell’interesse alla decisione dei ricorsi straordinari in epigrafe. Si rinvia la trattazione dei ricorsi a un’adunanza che sarà fissata nel secondo trimestre del 2025".

linda meoni