GIACOMO BINI
Cronaca

Fattoria a Pistoia sfida crisi economica e clima. "Ecco dieci ettari di nuovi vigneti"

Il messaggio di speranza dagli imprenditori di Casalbosco: scommettere ancora sulla terra per superare il momento di difficoltà

Vendiammia Casalbosco (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 6 gennaio 2023 - Piantare una vigna è un atto di fiducia nel futuro, lo fece Noè dopo il diluvio, e la Fattoria di Casalbosco di nuovi vigneti ne ha piantati 10 ettari in più ai 35 già in attività. Un investimento imponente, proprio nel pieno della crisi energetica e climatica, quasi un atto di sfida ai venti contrari. "Invece di arrenderci, abbiamo deciso di investire – afferma Eleonora Ciardi, responsabile della fattoria – un imprenditore si vede nel momento della crisi e vogliamo dare una scossa, anche a Pistoia, un territorio a cui non manca niente, monumenti, cibo, paesaggio e anche il vino non ha niente da invidiare a quello di altre zone della Toscana".

Da anni Casalbosco è in prima linea nella rivendicazione del valore del vino pistoiese, che invece spesso non è considerato abbastanza. "Ci sto male – confessa Eleonora – quando vedo Linea Verde su Pistoia (il riferimento è alla puntata andata in onda sulla rete Rai qualche settimana fa, ndr ) non menzionare neanche un’azienda vinicola e i nostri ottimi ristoranti del centro che propongono solo vini di altre zone, anche vicine a noi, per una questione magari di solo nome". I nuovi vigneti di Casalbosco sono anche un atto di orgoglio, per dire “noi ci siamo e ci crediamo“. Sono vitigni che uniscono fedeltà alla tradizione con presenze nuove per la zona: insieme al Sangiovese e canaiolo, ci sono anche Montepulciano e Cabernet-Sovignon. Nuove vigne per nuovi prodotti, come, oltre ai rossi, un rosato e anche una sterzata verso le bollicine nostrane.

«Ci vuole sempre qualcosa di nuovo e di diverso – dice Eleonora Ciardi – come già abbiamo fatto negli anni scorsi con il terracotta, un prodotto vinificato e conservato in anfore di terracotta". Le nuove vigne qualificano ulteriormente anche il paesaggio, già pregevole, delle basse colline tra Montale e Santomato. Le nuove piantagioni, create su terreni della fattoria finora incolti, sono oltretutto ben visibili, perché costeggiano la strada, la via provinciale Montalese, e sono un bella cornice per chi passa, sia turista che residente della zona. Per creare i vigneti c’è voluta una complessa lavorazione del terreno, uno scasso di un metro per ogni filare e per avere le prime ciocche d’uva occorrerà aspettare almeno quattro anni. Nessuno può dire cosa potrà accadere nei prossimi quattro anni, dal punto di vista climatico e macro-economico. "Una produzione agricola – dice Eleonora – è come una fabbrica a cielo aperto, esposta agli eventi meterologici e alle variazioni del clima, dunque il frutto del nostro lavoro è per molti versi imprevedibile".

Quest’anno per esempio il vino è venuto ottimo, ma in quantità inferiore del 20% a causa della siccità, mentre le spese sono anche aumentate a causa dell’incremento del prezzo delle materie prime (per esempio vetro e cartone) e dell’energia. Ma a Casalbosco non si sono scoraggiati e sono andati avanti col programma delle nuove vigne, anche con l’aiuto parziale di un contributo europeo. Casalbosco vende anche molto all’estero, in Canada in particolare ma anche in Germania, Danimarca e Cina, ma l’azienda vinicola di via Montalese punta molto sulla clientela locale.

"Vogliamo che le persone vengano a trovarci in azienda, nella nostra cantina – dice Eleonora – per questo organizziamo la vendemmia per i bambini e altre iniziative, e prima della pandemia avevamo pensato di fare una fattoria didattica e abbiamo un progetto per aprire ancor più al pubblico la nostra antica cantina". Oltretutto dalla cantina di Casalbosco si può godere un magnifico tramonto sui vigneti vecchi e nuovi e sullo sfondo il profilo dei monumenti della città di Pistoia.