Don Ugo lascia la valle, dirà messa in San Paolo

Il vescovo lo ha destinato alla guida della parrocchia unica del centro storico. Al suo posto don Alessio, che è stato avvocato

Don Ugo Feraci sta per lasciare le perle della Val di Forfora dove ha detto messa per dieci anni in otto delle nove piccole chiese che vanno a comporre una straordinaria costellazione di fede e di arte millenaria. Da metà ottobre celebrerà in San Paolo, destinato dal vescovo Fausto Tardelli alla Parrocchia del centro storico, un’unica realtà frutto di un riordino delle sei chiese dentro le mura e che, come ci ha spiegato don Luca Carlesi, Arciprete della Cattedrale, prenderà il nome di San Jacopo e farà capo appunto a San Paolo. L’annuncio alle sue piccole e affezionate comunità della vallata don Ugo lo ha dato durante la messa di domenica scorsa, 18 settembre, leggendo in chiesa la lettera di monsignor Tardelli rivolta alle parrocchie di Avaglio, Calamecca, Crespole e Lanciole.

"Confermo il prezioso servizio di Sauro Gori – ha scritto il vescovo – ho destinato a prendere il posto di don Ugo, e a continuare la sua opera, don Alessio Biagioni, che riceverà l’ordinazione presbiterale il 25 settembre e come sacerdote novello sarà in mezzo a voi a partire dalla metà di ottobre prossimo. Don Ugo assisterà il nuovo parroco nei suoi primi passi nel servizio sacerdotale".

Don Alessio ha 42 anni, laureato in legge è stato anche avvocato. E’ stato diacono in San Pantaleo, Collina e Vinacciano.

Toccante il commiato di don Ugo dai suoi parrocchiani della Val di Forfora: "Abbiamo camminato insieme in questi anni. Sono volati via rapidamente, anche tra tante difficoltà. Per me sono stati belli e importanti. Non li dimenticherò mai. Ma soprattutto vorrei ringraziare ognuno di voi. È molto più quello che ho ricevuto di quanto abbia potuto donare. Vi chiedo scusa per le mie mancanze. "Continuerò il servizio ancora qualche domenica. Poi, attorno alla metà di ottobre, farò ingresso nella nuova parrocchia. Vi prego di accogliere con gioia e disponibilità don Alessio. Saprà esservi accanto come un buon pastore. E poi con voi resta Sauro. Senza di lui avrei potuto fare molto poco. Tenetevelo stretto.

Domenica prossima sarò da voi per la messa. Vi abbraccio".

La partenza di don Ugo lascia aperto un capitolo delicato e importante: quello del destino della pieve di San Miniato, sulla vetta di Calamecca che rischia, come è noto, di crollare, e che ha bisogno di lavori di consolidamento. Don Ugo da oltre un anno si è fatto portavoce di una campagna di sensibilizzazione, e di raccolta fondi, per salvare questo capolavoro che contiene elementi medioevali e settecenteschi. Ha aperto una pagina Facebook “Sos Calamecca“.

Dell’antica pieve si è parlato molto, le iniziative sono state tante e la mobilitazione della Pro Loco è stata ed è intensa e si sono accesi anche i riflettori del Fai. L’ultima testimonial è stata la splendida Zia Caterina. La spesa necessaria per salvare San Miniato, lo ricordiamo, è di circa 450mila euro. Don Ugo, che si appresta ad affrontare il nuovo incarico con emozione e trepidazione, sa tuttavia di lasciarsi alle spalle una realtà in movimento, ma non abbandona le sorti di San Miniato: "Per Calamecca la macchina è avviata. Presto presenteremo il bando alla Fondazione Caript e reperiremo anche altri fondi".

lucia agati