Dal Ceppo al San Jacopo, tutto in una notte

"Un Ospedale in cammino" è il libro realizzato dall’Associazione ’9cento che racconta il trasferimento del 20 luglio del 2013

"Un Ospedale in cammino" è il titolo di una bella pubblicazione dell’Associazione ‘9cento per celebrare dieci anni dal trasferimento delle attività ospedaliere dallo storico Ospedale del Ceppo a quello appena costruito e intitolato a San Jacopo. La presentazione ci sarà sabato 13 gennaio alle ore 16.30 nella Sala dei ferri chirurgici del museo dell’Ospedale, al piano terra della vecchia entrata, mentre nell’ingresso accanto, quello che ospita il Cup, verrà allestita una mostra. "L’idea – racconta Andrea Nannini, vicepresidente dell’Associazione –, è nata da tre amici che hanno sentito il bisogno di mettere su carta il decennale di un evento che ha cambiato la storia sanitaria di Pistoia, ma come il lettore avrà modo di accertare, non solo quella. Il libro si basa su una narrazione essenzialmente fotografica. Tra le oltre 140 immagini che lo compongono vi si trovano quelle delle fondazioni del nuovo ospedale fino a suggestivi particolari di quello storico di Piazza Giovanni XXIII, mentre la parte centrale è occupata dalle foto della notte del trasferimento, il 20 luglio 2013".

Con la storia fotografica troviamo una serie di preziosi interventi scritti dal vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, dal vicesindaco Anna Maria Celesti, da Lorenzo Cipriani, Claudio Rosati, Alessandro Suppressa, Lucia Agati, Piero Paolini, Lucia Cirillo, Giacomo Corsini, Daniele Mannelli, Stefano Cantini, Giorgio Taffini, Roberto Fratoni, Massimiliano Bonomini e infine, Andrea Nannini e Luca Bertinotti che ne hanno curato l’edizione.

"Questo libro – ha detto Nannini durante la conferenza stampa – si può leggere in tre modi diversi, il primo è un racconto per immagini, quindi basta guardare le fotografie e si vede scorrere il racconto dalla costruzione del San Jacopo, del trasferimento di pazienti e attività, infine la nuova vita del Ceppo con le cure intermedie e gli ambulatori. Un secondo modo può essere quello di leggere i testi senza guardare le immagini, in questo caso si trovano tanti spunti per riflettere grazie a punti di vista molto diversi e mai banali. Infine si può leggerlo come un corpo unico, dove il lettore trova una sua chiave per mescolare le due componenti, le immagini con le parole, e trarre una sua riflessione ancora diversa.

"Bisogna però partire dalla considerazione che la fotografia è una forma di linguaggio e come tale va utilizzata nello sfogliare questo libro. Per essere più chiaro direi che non è un esercizio di capacità, vera o soltanto ostentata, di mettere in fila tante immagini ben fatte, al contrario è la volontà di presentare un racconto che prescinde dalle singole immagini". Infine troviamo il ritorno ad alcune attività del Ceppo che, con l’emergenza covid è tornato a svolgere, anche se solo in parte, l’attività che lo aveva occupato fino al 2013. Accattivante anche la grafica di copertina, che evoca un passaggio quasi fisico dallo storico ospedale a quello nuovo, curata con maestria da Roberta Biancalani e Simone Ferrari.