Dal calcio alla filosofia. Il sogno di Alessandro: "Vorrei la mia città piena di libri. Ovunque"

Alessandro Agati, professore di filosofia, ha creato la Fondazione Francis Bacon per diffondere la cultura angloamericana a Pistoia, con l'obiettivo di portare conoscenza ovunque e creare luoghi di aggregazione e inclusione pieni di libri. Una eredità che già appartiene agli studiosi.

Dal calcio alla filosofia. Il sogno di Alessandro: "Vorrei la mia città piena di libri. Ovunque"

Dal calcio alla filosofia. Il sogno di Alessandro: "Vorrei la mia città piena di libri. Ovunque"

di Lucia

Agati

È come se i passi, e le parole e il ticchettìo della macchina da scrivere di suo padre ancora risuonassero sotto le volte affrescate della casa dove, nel Settecento, visse l’architetto Giovanni Gambini, cui si deve il disegno dei giardini della villa di Celle. È come, se ancora, il violino del professor Marcello Pagnini, tra i massimi studiosi di letteratura inglese e americana, rilasciasse le sue note appassionate, ed è come se la signora Oriana, sua moglie, che lasciò l’insegnamento per seguirlo ovunque, ancora camminasse sui tappeti con passi leggeri e pronta a versare il tè agli ospiti dalla sua teiera termica. C’è ancora, quel magnifico appartamento di via Puccini dove Alessandro ha vissuto a lungo. C’è ancora ed è uno scrigno di cultura con il suo inestimabile tesoro di libri, documenti, ricerche e minuziosi diari ed epistolari. Uno scrigno che oggi si apre a tutti. Una eredità che già appartiene agli studiosi grazie alla Fondazione Francis Bacon che Alessandro ha da poco creato. Una Fondazione che dialoga costantemente con analoghe istituzioni europee e americane. È la sua creatura, il figlio che non ha, la sua grande paternità, lui che ha fatto dell’insegnamento la sua via per raggiungere la mente e il cuore dei suoi studenti e accendere scintille che oggi più che mai sono necessarie, e urgenti.

Professore, il suo sogno recondito era la filosofia?

"A dire il vero sognavo di diventare un giornalista sportivo. In parte ci sono anche riuscito. Ho scritto di calcio per Paese Sera e oggi per un giornale on line. Ho pensato anche di diventare avvocato, ma poi il richiamo della cultura, e della filosofia, e dei libri, si è fatto prepotentemente strada e ovviamente illuminante, e definitiva, è stata la figura esemplare di mio padre Marcello".

A chi è destinata la Fondazione Francis Bacon?

"La Fondazione ha carattere internazionale. È per Firenze e per il mondo intero e ha il suo cuore pulsante qui, a Pistoia. Si occuperà di educazione sociale e individuale e abbraccerà la vita intera della persona. Il senso è quello di una educazione che sia governata da chi ha dato tanto per la cultura. La mia Fondazione vuole raccogliere il lascito materiale e morale di mio padre Marcello e l’esperienza decennale mia, di contatti e di management culturale, al di fuori dell’università. Credo che Pistoia, splendida città medievale, sia ideale per incoraggiare all’educazione, allo studio, al culto della lettura".

Qual è l’obiettivo?

"Si preoccupa di portare conoscenza dovunque e collaborare con chiunque, e l’obiettivo principale è il libro. Vorrei libri ovunque...penso a tutti quegli spazi belli e prestigiosi che abbiamo, come le ville Rospigliosi, San Domenico, fino al rinnovato Titos, che possono diventare luoghi di aggregazione e di inclusione, pieni di libri, luoghi dove ritrovarsi al caldo della cultura. Pistoia ha molte associazioni, tante iniziative e tante idee: è il momento di creare vasi comunicanti".

Chi c’è accanto a lei in questo progetto?

"Tra i pistoiesi ho trovato e ritrovato persone di assoluto valore e che hanno accolto il mio invito a collaborare con vero entusiasmo tra cui Roberto Carifi, Claudio Rosati, Franco Marucci, Andrea Fusari, Andrea Ottanelli, Maurizio Otello, Cristiano Coppi e tanti altri".

Le prossime iniziative?

"L’esperienza, pur breve, di presidente dell’Accademia dei Ritrovati, come successore di un grande pistoiese, Emiliano Panconesi, e l’esperienza di presidente del Polo Universitario di Pistoia, mi hanno fatto conoscere una realtà culturale cittadina di assoluto valore con la quale intendo continuare a confrontarmi. C’è stato un recente incontro, ricco di promesse, con la Scuola di formazione teologica della Diocesi con la quale sto mettendo a punto un ciclo di conferenze su Scienza e Fede".

Quale dono avrà la città?

"Quello che intendo portare a Pistoia è amore per la cultura e per i libri, per lo studio e per la conoscenza, consapevole che la cosa più importante che ho fatto nella mia cinquantennale carriera all’Università è stata “insegnare a imparare”"

Quale cultura si propone di diffondere attraverso la Fondazione Francis Bacon?

"La cultura non è ideologia o dogma, ma è confronto, sia pur critico, con la tradizione. Anzi, con le tradizioni. La cultura anglosassone è quella che la Fondazione Francis Bacon, per l’eredità di Marcello e per la competenza di gran parte dei suoi membri, ritiene di dover diffondere meglio in Italia, soprattutto per quella specializzazione di filosofia pratica che è la Philosophy of Education".

Se avesse una macchina del tempo, con chi vorrebbe conversare?

"Se potessi usare una macchina del tempo per calarmi in un momento della storia della cultura moderna, mi troverei perfettamente a mio agio a conversare con Adamo Smith, David Hume, il suo medico William Cullen e il matematico Thomas Bayes nella mia amata Scozia del ‘700".

Qual è il suo grande amore?

"Oltre ad aver avuto come maestri due grandi come Paolo Rossi e Giulio Preti e aver avuto come inestimabile amico Sebastiano Timpanaro, gran parte della mia formazione è avvenuta in America, e in Scozia, a Saint Andrews. Ho un grande amore per la cultura angloamericana, in Italia poco frequentata, e non solo per la filosofia, ma anche la letteratura, quella irlandese su tutte. Tra l’altro ci sono affinità profonde tra la cultura e la letteratura irlandese, oggi d’avanguardia, e la cultura medievale pistoiese, come Panconesi scrisse nel suo amabile libro “Oh mia Dublino!“".