Covid-19, le infermiere raccontano la loro vita in corsia. Si vince col lavoro di squadra

Le infermiere del presidio di San Marcello raccontano la loro esperienza professionale e umana durante le settimane del coronavirus. Ecco la loro testimonianza

Le infermiere del presidio San Marcello

Le infermiere del presidio San Marcello

Pistoia, 30 aprile 2020 - Le infermiere del presidio di San Marcello raccontano la loro esperienza professionale e umana durante le settimane del coronavirus. Ecco la loro toccante testimonianza per capire che anche il Covid-19 si "vince con il lavoro di squadra".

"Il 25 marzo - raccontano - la Medicina del presidio di San Marcello si è convertita in reparto di Cure Intermedie Covid 19: in meno di 48 ore il reparto è stato riorganizzato, suddiviso in percorsi (zona verde, zona gialla e zona rossa ), dotato di telecamere donate dal Comune di San Marcello- Piteglio e dalle Associazioni di questa Zona Montana".

"Abbiamo contestualmente eseguito la formazione sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, e ipotizzato nuovi piani di lavoro per renderlo ancora più efficiente. Ad un mese da questa rivoluzionaria conversione, abbiamo imparato che di diverso ci sono solo gli “scafandri”, che hanno sostituito le nostre comuni divise e la preoccupazione di infettarsi, che razionalmente dovrebbe essere sempre presente nella nostra attività, ma che comunque ora è più pressante e diventa ancor più esasperante quando torniamo a casa e ci rapportiamo ai nostri cari, talvolta fragili".

Veronica racconta che si è isolata dai suoi affetti, proprio per proteggerli e Rosita confessa che talvolta, a causa del suo lavoro da infermiera, avverte diffidenza, quasi emarginazione nei propri confronti da parte delle persone. "L’ attività infermieristica si basa principalmente sul prendersi cura ed è questo che continuiamo a fare", si sfogano le infermiere. "Idee, emozioni, angosce e speranze ci accomunano ai nostri malati, che come noi sognano di rivedere un volto amico, sentire sulla pelle un raggio di sole. E il nostro lavoro che si basava sul contatto, sulla vicinanza non è diventato un lavoro più asettico, non ha mutato la sua essenza, perché la battaglia si vince prendendosi cura delle persone. Le visite dei familiari non sono consentite e allora abbiamo ricavato un breve tempo in cui facciamo fare ai pazienti le videochiamate con i loro ai familiari. Anche queste attenzioni si aggiungono al percorso di cura. Guardare al futuro con una nuova consapevolezza professionale, fieri sempre e comunque di essere infermieri"

Sandra racconta che questo periodo se lo vuole ricordare come un tempo basato sul senso di responsabilità e sul valore degli altri e teme che alla fine della pandemia questo senso di solidarietà ci potrà mancare; Cristina è orgogliosa del suo team che ha veramente fatto squadra in questo particolare momento e sottolinea l’ importanza della sanità pubblica che si è fortemente attivata al fine di dare risposte anche non ospedaliere a questa patologia, ricordando che il setting di cure intermedie attivato nel presidio Lorenzo Pacini, è dedicato a pazienti stabili clinicamente, ma non ancora negativi ai test virologici . La “squadra” è dunque unita e motivata a partecipare a questa battaglia, ma auspica un veloce ritorno allo status preesistente ".