Cocaina a domicilio. Quattro anni e mezzo al pusher

L’indagine della Squadra mobile sulla piana: un vasto giro di clienti riforniti tra Bottegone e Quarrata. Le richieste arrivavano su Whatsapp. Assolto il presunto complice, grazie alla prova del cellulare .

Gli ordini venivano fatti su due cellulare, molto spesso i clienti abituali chiamavano direttamente il loro fornitore o inviano messaggi. Si stabilivano le dosi, con riferimenti in codice e dettagli per le consegne. Poi, a recapitare la cocaina erano diversi galoppini di fiducia, il solo che i clienti affezionati conoscevano bene, perché lo incontravano nei luoghi di appuntamento concordati. La piazza era quella della piana pistoiese, e in particolare le zone tra Bottegone, la via Fiorentina e Quarrata. Almeno una trentina i clienti "fissi", che richiedevano 4-5 grammi di coca a settimana, al prezzo di 40 euro al grammo. Un giro che avrebbe fruttato un bell’affare.

L’indagine è stata avviata dagli uomini della Squadra Mobile nel 2021, e ha portato a due arresti, uno a maggio, di Moustafa Ben Shetum, marocchino di 25 anni, e un mese dopo di Mouhsine Elghachi, 30 anni, connazionale.

Secondo l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato quest’ultimo il capo dell’organizzazione, il centralinista che prendeva gli ordini e poi disponeva le consegne. In ogni caso, i clienti lo chiamavano con il nome in codice di "Vignole", forse in riferimento alla zona di copertura dei rifornimenti. Decine e decine le cessioni documentate sul territorio della piana pistoiese, anche a clienti molto giovani. In alcuni casi, i clienti richiedevano un rifornimento fisso, con consegne settimanali, fino a 150 acquisti in un anno.

A dirigere le indagini della Squadra Mobile è stato il sostituto procuratore Claudio Curreli, che al termine del processo ha chiesto per entrambi gli imputati una condanna: a 6 anni per Moustafa Ben Shetum, considerato il fattorino dell’organizzazione, e a un anno per Mouhsine Elghachi. L’indagine aveva fatto emergere un vasto giro di spaccio su tutta la piana pistoiese. Mercoledì mattina, il giudice monocratico Pasquale Cerrone ha letto la sentenza: condanna a 4 anni e mezzo per Moustafa Ben Shetum, che era difeso dall’avvocato Cristiano Toraldo di Prato, mentre è stato assolto per non aver commesso il fatto Mouhsine Elghachi, che era rappresentato dall’avvocato Sabrina Serroni.

Secondo la ricostruzione dei suoi spostamenti, infatti, l’uomo, che si trovava agli arresti domiciliar con braccialetto elettronico, non si sarebbe mai trovato nelle zone in cui avvenivano gli ordini. A dimostrarlo sarebbero state le cellule telefoniche agganciate dalle utenze su cui avvenivano le richieste dei clienti.