C’è un mago tra i volti dei "Pistorienses" Il senso di Micheloni per la meraviglia

Dal fascino dei numeri di Copperfield alla laurea in biotecnologie molecolari fino alla scelta di vita di Francesco: la magia per sempre

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La foto che gli ha scattato Nicolò Begliomini per la galleria dei Pistorienses è stata tra le più impegnative: doveva far volare le sue carte con un colpo di bacchetta magica. Quaranta scatti, ma alla fine buona la prima. L’effetto voluto era proprio quello del primo clic. Un effetto magico che ricorda un po’ la pioggia di carte su Alice nel paese delle meraviglie. Ed è proprio la meraviglia la componente essenziale della vita di Francesco Micheloni, giovane mago pistoiese che si è aperto un varco in questo mondo stupefacente proprio grazie alla sua innata capacità di tenere sempre la porta socchiusa alla meraviglia. Non può farne a meno. E quante cose non sapevamo di lui. Che è laureato in biotecnologie molecolari, per esempio, e che c’è un filo conduttore tra i suoi studi e le sue magie. Francesco è nato a Pistoia il 17 febbraio del 1989. Il babbo Moreno, di Lucca, ha un’azienda di prodotti di carta all’ingrosso, a Porcari, la mamma, Monica, è pistoiese. La sorella, Sara, è infermiera all’ospedale di Pescia. Vivono tutti a Pistoia. Ma torniamo un po’ indietro nel tempo.

Francesco Micheloni ha sempre avuto in sè la scintilla della magia. Da bambino non si perdeva, in televisione, gli spettacoli di David Copperfield. "Lo guardavo con passione – ci racconta –. Ma io non volevo scoprire i suoi segreti. Non volevo perdere il sentimento della meraviglia. Non è più incanto. Ma la svolta è arrivata quando avevo 19 anni, un’estate al campeggio con la famiglia. Lì c’era un ragazzo che tutte le sere faceva giochi di prestigio. Tutti gli chiedevano di svelare i trucchi. Tutti tranne me. Alla fine della vacanza lui mi disse: “Secondo me potresti fare il mago“. Io ci ho riso sopra. Non l’ho mai più visto. Si chiamava Simone".

Francesco, dopo il diploma al Pacini, indirizzo biologico, si iscrive all’università, a Firenze, e si laurea in biotecnologie molecolari: "Mi piaceva studiare il Dna e la chimica organica e come si trasmettono le informazioni da un essere umano all’altro, e come, tutto questo, potesse migliorare le vita delle persone".

Ma anche la magia può aiutare, offrendo altre prospettive allo sguardo e al cuore: "Ho studiato comunicazione – racconta ancora Francesco – e poi ho fatto un master in storytelling ed è cosè che ho pensato che avrei potuto aiutare gli altri con la magia. Avevo 23 anni e mi ero appena laureato quando ho detto alla mia mamma: “Allora faccio il mago“ . Il destino mi dette una grossa mano anche dopo un infortunio: giocavo a pallone nella Lucchese, la mattina studiavo all’università e il pomeriggio ero in campo. Mi ruppi i legamenti della caviglia destra e sono rimasto immobile a lungo. Lessi un libro sulla magia".

Determinante nella carriera di Francesco l’incontro con Simone Venturi al Club Magico di Firenze: "Mi ha insegnato tutto quello che so.Lui mi ha sempre detto “La magia è una catena straordinaria e millenaria che deve continuare“. E’ così che si consegna il sapere".

Oggi Francesco ha un’agenzia che si chiama Magicamente e gli ingaggi sono originali e prestigiosi: come quando è stato chiamato dal presidente dell’Uzbekistan a festeggiare il Capodanno con le sue magie e per gli spettacoli di promozione per le grandi aziende italiane come Barilla e Braccialini: "La nuova frontiera, raccontare un prodotto con la magia".

Simone Venturi è autore del Pistoia Magic, un classico della magia che si ferma al Bolognini. Siamo alla vigilia della IX edizione: "Sono felicissimo perchè ci attendiamo 1200 persone. Un risultato che mi riempie di gioia. Con me ci saranno Tiziano Cellai, campione italiano 2022 con le sue grandi illusioni, Francesco Della Bona, che con le sue manipolazioni è arrivato terzo al campionato del mondo 2022 in Quebec, Novas, mago, ballerino e cantante, Dario Adiletta, talento emergente e il Mago Leo, amato da tutti i bambini".

“E c’è mancato poco, che tutto questo non succedesse mai“.

lucia agati