
Tommaso Bei è nato e cresciuto sulla Montagna, a Orsigna. È a lui che toccherà quest’anno il compito di interpretare la Befana dei vigili del fuoco nella discesa dal campanile di Pistoia. Classe 1976 ha frequentato l’Iti di Porretta. Adesso abita a Quarrata con la sua compagna. Ha un figlio di 11 anni e due gemelline di un anno. Dal 1999 fa parte del corpo come discontinuo e dal 2013 come permanente. Ha un fratello gemello, Iacopo, anche lui vigile del fuoco al comando di Pistoia.
Tommaso, nel 2015 il protagonista della discesa fu suo fratello, ora tocca a lei: è emozionato?
"Sì. Sinceramente sì. È una vita che aspetto questa occasione, capita solo una volta. È anche straordinario che sia potuto toccare anche a noi gemelli. Il comando di Pistoia è stato il primo ideatore: è una soddisfazione quindi sia per l’attaccamento alla città sia per quello alla divisa. Teniamo tutti molto a questa manifestazione: saremo lì come volontari e lo faremo con piacere, impegnandoci per la sua riuscita sempre con il massimo della sicurezza per tutti".
Ha avuto esperienze particolari sul campo?
"Quella che mi è rimasta più impressa è senz’altro il terremoto ad Amatrice, ma anche tutte le nostre alluvioni o la ferita della nostra città di quel 5 marzo 2015. Ma le ’esperienze’ sono quotidiane: tutti i giorni il nostro lavoro è tentare in ogni modo di salvare vite".
Qual è la sua mansione ora?
"Sono un vigile esperto, ruolo acquisito con l’anzianità di servizio. A livello regionale faccio parte di un gruppo di lavoro sulle attrezzature innovative. Cerchiamo di sviluppare nuove tecniche con nuove tecnologie per essere sempre al passo coi tempi, migliorando l’attività di soccorso e la sicurezza".
Ci racconti delle sue passioni. "Faccio crossfit a Pistoia da dieci anni, sono appassionato di speleologia e della montagna in generale. Ma la mia passione più grande è fare il babbo. Anche se il tempo è relativamente poco, quello per i figli è l’amore più sconfinato e merita il primo posto".
Quanto è importante lasciar sognare i più piccoli?
"Vorrei potessero essere il più possibile liberi. Già avranno da affrontare i problemi della vita da grandi, adesso vorrei lasciargli la bellezza e la spensieratezza del sogno ma anche la magia di feste come questa".
Tornando alla Befana, sente molto questo momento?
"Da sempre, anche solo come organizzatore nei vari ruoli. Quando entri effettivo nei vigili del fuoco presenti subito domanda per fare la discesa... Quindi vieni inserito in una lista che però, viste le numerose candidature, non è mai in pari con l’anno in corso: l’attesa è lunga. Ad esempio ora con i candidati siamo già coperti oltre il 2030. Ripensando a quanto abbiamo passato finora con il covid e alla sospensione anche della nostra manifestazione, poter tornare a festeggiare in piazza tutti insieme mi rende particolarmente felice. Sono onorato di interpretare il personaggio principale".
Vedrà tutti con il naso all’insù, gli occhi brillare e i bambini giù ad aspettarla...
"Non riesco ad immaginare come sarà la discesa. Conosco la piazza e sono sempre stato sul campanile, ma non ho proprio idea di cosa potrò provare e cosa vedrò quando i miei colleghi mi caleranno da quegli storici 25 metri di altezza".
Ma lei da bambino che rapporto aveva con la Befana?
"Da piccolo la Befana a me stava simpatica. Certo che ci credevo! Da lei ricevevo regali più grandi che a Natale, ma l’ho capito dopo che non era una scelta della vecchia signora bensì legata agli stipendi degli adulti. Adesso starà a me mantenere vivo il sogno tra i più piccoli".
Gabriele Acerboni