Banci, la psicologa scrittrice per... amore

Il debutto con un libro tenuto nel cassetto per vent’anni dal titolo "Incensi": si tratta di un’opera dedicata alle vicende umane

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di Gianluca Barni

Prendi una donna, che sin da piccola ha sviluppato una notevole propensione all’ascolto delle vicende umane, e un testo, tenuto 20 anni in un cassetto: et voilà la dottoressa Debora Banci, psicologa, e il suo primo libro, "Incensi", che curiosamente ha visto la luce vent’anni dopo la stesura. Nata a Pistoia nel ’70, cresciuta nella casa natia "suo porto di mare", la professionista racconta in modo divertente e divertito la sua prima fatica letteraria. L’approdo della scrittura privata alla pubblicazione. Il disvelarsi agli altri. Contemporaneamente scherzando e prendendosi sul serio, quasi giocando con le parole sino a suscitare interesse: sarà anche l’esordio, ma l’ha preparato così bene che pare giostrare da veterana della penna. Attenzione, dunque, guai a non prenderla nella giusta considerazione.

"Perché mi sono decisa a far stampare il libro solo oggi? Vent’anni fa ero impegnata tra studi e carriera. Ho pensato così di rimandare il successo. Il manoscritto è rimasto al buio per tutto questo tempo. L’ho affidato al gruppo Albatros, che mi ha presa subito in considerazione. Fu una rivelazione!".

Perché “Incensi“?

"Bruciavano incensi. Mi sono alzata di scatto e ho cominciato a scrivere come comandata, ipnotizzata. Ma non mi sono mai fermata, in verità: sto scrivendo un altro libro". E probabilmente altri ne scriverà. Il percorso è stato tracciato. Il volume, a suo dire, è un caleidoscopio di emozioni. "La vita si compone di attimi, attimi che non sfuggono al ricordo. Salvifici attimi".

Molte sono le chiavi di lettura, numerose le domande che sorgono spontanee, naturali.

"La domanda apre, la risposta chiude – osserva –. Porsi domande non significa esclusivamente mettersi in discussione, ma liberare lo spazio interiore della creatività affinché sia data voce a nuovi scenari. Significa anche abbandonarsi a qualcosa di più grande. È naturale".

La frase scelta come chiosa è “povero amore, diventa ricco: senza vergogna perché nessuno avrà paura di te. Perché?“ Lei la spiega così, quasi con nonchalance (eppure discorre di una tematica fondamentale).

"Purtroppo la gente ha paura di amare, di lasciarsi andare: non riesce facilmente a donarsi senza rimanere impigliata nelle maglie dell’altro. L’amore è qualcosa che scinde addirittura da noi stessi, ma noi ce lo dimentichiamo. L’amore implica la separazione. Se riuscissimo ad andare e tornare in amore, l’amore non se ne andrebbe mai via. L’amore si identifica con l’amore stesso. Lo so, sono concetti difficili. Se vuole approfondite, prendiamo un caffè?". E lascia la questione in sospeso, che fa pensare, riflettere, meditare. Incuriosire. Un po’ la ricetta vincente di qualsiasi libro, di qualsiasi sogno che fa parte del grande libro dell’esistenza.