Avvocato pistoiese 'osservatore' in Turchia

Andrea Mitresi in missione nel supercarcere di Silivri, a Istanbul, delegato per l’Italia dell’Unione delle Camere penali

L'avvocato Andrea Mitresi (Luca Castellani/FotoCastellani)

L'avvocato Andrea Mitresi (Luca Castellani/FotoCastellani)

Pistoia, 19 ottobre 2019 - Prima di entrare nel carcere di Silivri, una ’cittadella’ di nove padiglioni dove sono detenute 23mila persone, sono stati sottoposti anche all’analisi dell’iride e del volto, e gli incontri sono stati tutti sorvegliati attraverso le pareti di vetro. L’avvocato Andrea Mitresi è tornato profondamente toccato da un’esperienza professionale senza precedenti: cinque giorni in Turchia come Osservatore internazionale dell’Unione delle Camere Penali italiane. L’avvocato Mitresi faceva parte della delegazione di quattordici avvocati penalisti, appartenenti ad altrettanti paesi europei quali Francia, Gran Bretagna, Belgio, Germania, Austria e Grecia, inviati in Turchia come osservatori speciali. La missione era parte del programma ’Endangered Lawyers’, avvocati minacciati, che si concentra su paesi come Tunisia, Iran, Iraq e Turchia dove gli avvocati vengono arrestati solo perché svolgono la loro professione.

«Gli osservatori – spiega Mitresi –, seguono tutti i processi che vedono imputati gli avvocati. La delegazione di cui ho fatto parte, per la prima volta ha avuto accesso alle carceri turche. E’ stato possibile avere colloqui con imputati avvocati condannati, in primo grado, a pene da 3 ai diciotto anni. Condannati per aver difeso ecologisti, per aver difeso la libertà di stampa e di pensiero, per aver assistito persone che, a vario titolo, hanno manifestato contro il regime. Sono avvocati di strada, dell’associazione Chd, di cui fanno parte 220 legali di Istanbul. Sono accusati di terrorismo ed eversione e vengono arrestati durante i processi. Durante la nostra visita – racconta Andrea Mitresi – è stata notificata una sentenza d’appello. Non era stata discussa in un’udienza pubblica».

A Istanbul era stato convocato un incontro, chiesto dagli avvocati turchi e dalle associazioni europee di avvocati, per esaminare la situazione che si è creata dopo la sentenza del marzo scorso contro 18 avvocati, sei dei quali sono in carcere da quasi due anni. Per poter entrare in carcere, l’avvocato Mitresi, così come tutti i colleghi della delegazione internazionale, è stato nominato difensore dai colleghi turchi. «Dopo questa missione – spiega ancora Mitresi – sarà fatto un reportage destinato alla Comunità Europea, alla Corte di Giustizia, all’Onu, ad Amnesty International e a tutte le associazioni che potranno, in qualche modo, mobilitarsi. In Turchia abbiamo incontrato anche il presidente del Consiglio dell’ordine di Istanbul. Noi non entriamo nel merito delle vicende, ma sull’azzeramento del diritto di difesa. C’è stata una conferenza stampa al termine della nostra missione, ma non non ha partecipato quasi nessuno».

L’avvocato Mitresi non nega di sentirsi molto provato, a momenti sconvolto, per l’esperienza appena vissuta: «Mi dispiace molto che in Turchia ci sia questa situazione. Istanbul è bellissima, la vecchia Bisanzio... una città che è un ideale punto d’incontro fra le civiltà e che oggi vive purtroppo una realtà insostenibile». La missione in Turchia dell’avvocato Andrea Mitresi, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Pistoia, segue l’impegno per i colleghi vittime di persecuzioni, che l’Avvocatura pistoiese ha intrapreso già dal 2017 con tre edizioni di ’Immaginati Avvocato’. «Tramite l‘intervento diretto del nostro consigliere – è il commento della presidente Cecilia Turco –, abbiamo potuto prendere contatti con il Consiglio dell‘Ordine a Istabul e sostenere con grande convinzione l‘iniziativa dell’Unione Camere Penali italiane. Gli avvocati in Turchia sono veri e propri militanti in difesa dei diritti umani e civili».