
Polizia municipale
Pistoia, 18 ottobre 2017 - ANDARE A PRATO adesso fa meno... paura. Sicuramente costerà meno a chi non stava attento agli autovelox posizionati sulla declassata poco dopo il casello di Prato ovest, a poche centinaia di metri dal confine con Pistoia.
Sulle multe elevate dagli apparecchi sistemati lungo la strada il tribunale ha cambiato idea adeguandosi alle due sentenze della Cassazione dei mesi scorsi: le sanzioni sul viale Leonardo da Vinci, molto trafficato anche dai pistoiesi, in assenza di uomini in divisa sono di fatto illegittime e il Comune di Prato non può continuare ad elevarle a chi sfora il limite di velocità. Il motivo? La strada non è considerata, da perizia, «urbana di scorrimento». Adesso l’amministrazione pratese dovrà spengerli: manca solo un passaggio formale, ovvero l’arrivo in Comune del decreto di revoca della prefettura relativo all’autorizzazione a ‘fotografare’ gli automobilisti. Questione di ore.
NEI MESI SCORSI la Cassazione aveva accolto i ricorsi di automobilisti - battuti in primo grado davanti al giudice di pace e in appello in tribunale - contro multe prese sulla declassata dando però solo le direttive e ‘rimandando’ al tribunale l’incarico di effettuare una perizia sulla strada per valutare se fosse o meno considerabile come «urbana di scorrimento».
Il fatto che non sia stata considerata tale mette la ceralacca sulla vicenda: le multe sulla declassata non si possono più fare. In appello, infatti, il giudice Giulia Simoni ha dato ragione a un’automobilista, assistita dall’avvocato Stefania Guercini, che contestava due multe per eccesso di velocità risalenti al 2011. L’auto della donna era stata ‘flashata’ per due volte, a distanza di pochi mesi, da uno dei tre apparecchi posizionati sul viale Leonardo Da Vinci, autentica croce anche per gli automobilisti pistoiesi.
DA LÌ È INIZIATO il braccio di ferro con la signora intenzionata a far valere le sue ragioni. Ragioni che, il 9 ottobre scorso, il tribunale le ha appunto riconosciuto. Nelle motivazioni della sentenza si torna a parlare dell’inquadramento della strada che non può essere considerata – interamente – «strada urbana di scorrimento» (mancano alcuni requisti) e quindi gli autovelox, lì, non possono fare il loro ‘lavoro’.
«L’articolo 2, comma 3, lettera d del Codice della Strada – si legge – definisce la “Strada urbana di scorrimento” come una “strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate”».
LA DECLASSATA ha tutti questi requisiti ma – e qui sta il punto chiave – non lungo tutto il suo percorso.
«I giudici di Pace attendevano la sentenza del tribunale – spiega soddisfatta l’avvocato Guercini – soprattutto alla luce delle due sentenze della Cassazione sulla questione autovelox».